Jay-Z, i cinquant’anni del rapper d’oro che va ai suoi concerti in metro

Elisa Russo
In rete gira un video: nella subway di New York c’è un ragazzo come tanti, t-shirt, felpa, sneakers, si siede accanto a una signora anziana che nota come il giovane attiri a sé qualche attenzione. «Sei famoso?», gli chiede. «Non tanto. Lei non mi conosce». E poi con nonchalance le racconta che sta andando proprio a tenere un concerto, l’ottavo di fila allo stadio di Brooklyn, con una media di 20 mila persone a data. «Oh e ci vai con la metro, sono fiera di te. Ma come ti chiami?» gli domanda la signora. «Jay-Z». Già, lui è “solo” Jay-Z, uno dei rapper di maggior successo di tutti i tempi, che sta andando a tenere i suoi show davanti a folle oceaniche con un’umiltà encomiabile (su questo i piccoli vip made in Italy avrebbero molto da imparare). Un po’ di numeri: una vendita di oltre 100 milioni di copie nei soli Stati Uniti, 22 Grammy Award vinti, mentore di Rihanna, Mariah Carey, Shakira, Kylie Minogue, Rita Ora, Romeo Santos, Big Sean, DJ Khaled, Sam Martin, Demi Lovato, Nick Jonas, Kanye West e la moglie Beyoncé; presidente delle etichette discografiche Def Jam Recordings, Roc-A-Fella Records e Roc Nation e del servizio di streaming musicale Tidal; Forbes ha classificato Jay-Z al secondo posto tra i cantanti più ricchi del mondo, con un patrimonio di circa 504 milioni di dollari statunitensi. La stessa rivista ha inoltre eletto i coniugi Jay-Z/Beyoncé la coppia artistica più ricca del mondo sia nel 2012 che nel 2016, mentre nel 2017 si stima un patrimonio complessivo che supera il miliardo di dollari. Preso singolarmente, nel 2019 diventa il primo rapper nella storia a detenere un patrimonio personale di un miliardo di dollari.
In occasione del suo cinquantesimo compleanno Sperling&Kupfer ha pubblicato «Jay-Z La vita, le canzoni, gli amori» di Michael Eric Dyson (pagg. 223, euro 16,90) con la prefazione del celebre cantautore e produttore Pharrell Williams. Questa biografia, scritta con il beneplacito di Jay-Z e frutto di oltre dieci anni di studio da parte di Dyson (autore bestseller del “New York Times”, intellettuale e analista politico), affronta i temi più rilevanti della carriera e della complicata vita dell’artista, inclusi i momenti più scottanti, e racconta come Jay ha sempre utilizzato la musica per parlare di argomenti più grandi, prendendo posizione su questioni come la razza, il sistema penale e l’ingiustizia sociale. L’occasione dei suoi cinquant’anni e dei trent’anni di carriera, è il momento giusto per rileggere la strada che il rapper ha percorso fino a ora e per capire il suo ruolo fondamentale nella musica e nella cultura americana (e non solo): perché Jay-Z ha dato al suo Paese una lingua con cui pensare e nuove parole con cui convivere. Citando il regista Spike Lee: «Jay-Z è uno dei rapper più prolifici e dotati di tutti i tempi. Michael Eric Dyson è l’unico in grado di interpretare l’arte e il significato culturale di Jay-Z, e questo libro è la prova di cui abbiamo bisogno». —
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