Jacopo Tissi un italiano al Bolshoi «Voglio essere primo ballerino»

Martedì al Lubiana Festival l’unico connazionale a entrare nella compagnia del leggendario teatro di Mosca si esibisce con l’étoile Svetlana Zakharova



Presentata come uno degli eventi di punta del Lubiana Festival, la serata con Svetlana Zakharova and friends, martedì alle 20.30, cambia location e verrà ospitata al Cankarjev Dom. Ma questa ultim’ora non deve distrarre dalla sorpresa, tutta italiana, che troveremo tra i suoi “friends”: Jacopo Tissi. Classe ‘95, originario di Landriano, in provincia di Pavia, Jacopo è il primo ballerino italiano nella storia a essere stato assunto nella compagnia di danza del Bolshoi.

«Ma ho affrontato il mio primo grande debutto, alla Scala, proprio con Svetlana - spiega Tissi -. Questa occasione la vivo come un grande onore, ed è sempre un immenso piacere quello di poter ballare con lei. Negli anni abbiamo lavorato spesso insieme, anche a Mosca, e ci lega un bellissimo rapporto».

Sarà la prima volta che la Zakharova si esibirà in Slovenia. «E sarà anche la mia prima volta in un paese legato alla mia famiglia perchè mio nonno ci ha vissuto per vent’anni, ed era il paese di origine della mia bisnonna. Essendo molto vicino all’Italia, mi auguro di scoprire qualche connazionale tra il pubblico», aggiunge Tissi.

Due le coreografie che presenterà a Lubiana, “Il corsaro” di Marius Petipa con la musica di Adolphe Adam e “Caravaggio” di Mauro Bigonzetti sulle note di Bruno Moretti.

«Debutterò proprio martedì con “Il Corsaro” ma avrò anche l’opportunità di esibirmi in una coreografia più contemporanea come quella di Bigonzetti. La serata prevede l’alternanza di grandi classici e coreografie più contemporanee, anche per dimostrare quanto Svetlana sia versatile, passando con naturalezza da uno stile all’altro», aggiunge Tissi.

Ma lo farà anche lui. Cordiale, gentile e molto elegante, oltre a essere stato nominato tra gli uomini più sexy del 2019, Tissi é un professionista che sta portando avanti la sua carriera con tenacia. «Continuo a cercare nuove sfide e a mettermi in gioco per migliorarmi. Sono felice quando mi viene affidato un nuovo ruolo ma sono anche attento a consolidare quelli che ho già affrontato». E non nasconde un pizzico di ambizione quando ammette: «sarebbe bello un giorno diventare primo ballerino. Al momento sono solista scelto, a un gradino dal sogno. E poi vorrei poter tornare in Italia, magari alla Scala, per poter dimostrare la mia evoluzione».

Un’evoluzione che sembra una fiaba, partita da una casa, in cui Jacopo ancora bambino, stava seduto davanti alla tv. «Avrò avuto intorno ai 5 anni e guardando un balletto sono rimasto rapito. Ho capito che era quello che volevo fare. Non so se sia stata la musica, l’energia, o altro, ma mi sono sentito in una magia. La danza è una vocazione».

Dopo un anno alla Staatsoper di Vienna, dove ha ballato anche la Red Giselle di Eifman, ora è al Bolshoi. «Qui, oltre a creare spettacoli nuovi, si porta avanti la tradizione di repertorio e stile con artisti che sono stati leggende della danza e che ora ci affiancano, tramandandoci i loro insegnamenti. È un metodo unico, che ha un valore inestimabile per noi ballerini». —



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