Ivo Andrić da Belgrado approda a Bruxelles gettando un ponte per l’Europa

TRIESTE. Era il 2011 quando “Varcare la Frontiera”, il progetto di Massimiliano Schiozzi e Mila Lazić muoveva i primi passi con una mostra emblematica per la visione, antesignana all'epoca, di un'Euro...
TRIESTE. Era il 2011 quando “Varcare la Frontiera”, il progetto di Massimiliano Schiozzi e Mila Lazić muoveva i primi passi con una mostra emblematica per la visione, antesignana all'epoca, di un'Europa libera da confini espressa dal suo protagonista. Non a caso s'intitolava “Ivo Andrić, diplomatico, scrittore e intellettuale europeo”, curata dal Museo Andrić di Belgrado ed esposta alla Biblioteca statale Stelio Crise di Trieste, e ripercorreva vita e carriera dello scrittore di Dolac attraverso un appassionante percorso di tutte le città dove lo scrittore aveva vissuto e creato. Ricca e articolata, la mostra - che ha dato il via a un percorso di valorizzazione della sua figura anche attraverso spettacoli, convegni, performance – aveva colpito in particolare una rappresentanza di Giuliani del Mondo che oggi, a 125 dalla nascita del Premio Nobel per la letteratura, intende farla conoscere, appunto, fuori dai confini: precisamente a Bruxelles, presentandola in due diverse sedi. “Ivo Andrić: Belgrado – Trieste – Bruxelles”, il 18 e 19 ottobre, sarà infatti una due giorni che, gettando un ideale ponte culturale, vuole legare Belgrado, la città dove Andrić ha firmato i suoi capolavori, Trieste, dove ha mosso i primi passi come diplomatico, e Bruxelles, dove ha consolidato una carriera ormai affermata. Il 18 l'esposizione verrà inaugurata alla Missione della Repubblica di Serbia all’Unione Europea, ospite anche l'ambasciatrice Ana Hrustanović, poi trasferita il giorno seguente nella sede della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per garantire un accesso più facile (e gratuito) al pubblico. «In questo particolare momento storico è importante per noi parlare di ponti che uniscono e non dividono» commenta Schiozzi, facendo riferimento anche alla valenza simbolica di “Il Ponte sulla Drina”. Una vocazione transnazionale, tra l'altro, incarnata dall'Ince/CEI che ha ospitato la presentazione del progetto. «Siamo nati alla caduta del Muro in quattro paesi, Italia, Austria, Ungheria ed ex Jugoslavia – sottolinea il vicesegretario generale Erich Csernovitz – ora copriamo 250 milioni di persone e consideriamo Andrić un vero padre adottivo». Un «portatore coerente del valore di un'identità sovranazionale e sovraconfessionale», per Flavio Tossi del Circolo di Bruxelles dell'associazione Giuliani del Mondo, che con Cizerouno ha messo in piedi il progetto.


Federica Gregori


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