Ivan Cotroneo: «Raccontiamo i 14 giorni della coppia che scoppia nella quarantena»

l’intervista
Quattordici giorni di isolamento per capire se si è stati contagiati o meno dal Covid-19, ma anche per fare i conti senza vie di fuga con un lungo matrimonio che si sta chiudendo. È quello che accade a Marta e Lorenzo, la coppia protagonista del nuovo libro di Ivan Cotroneo e Monica Rametta “14 giorni” (La Nave di Teseo, pagg. 176, euro 16), il primo nato dal connubio artistico fra gli autori che insieme hanno firmato le sceneggiature di serie tv amatissime come “Tutti pazzi per amore”, “Una grande famiglia”, “La compagnia del cigno”, e anche il film diretto da Cotroneo “Un bacio”, girato a Udine. In “14 giorni” Lorenzo, innamorato di un’altra donna, ha deciso di lasciare la moglie Marta nonostante le voglia ancora bene. Lei però scopre che una collega è risultata positiva al Covid e così, a un passo dall’addio, i due si ritrovano costretti all’isolamento domiciliare nel loro appartamento, come animali feriti e agguerriti, pronti a rovesciarsi addosso rancori e non detti, fra una spesa online e il silenzio assordante delle strade svuotate dal lockdown.
Tutti i pregi della scrittura di Cotroneo e Rametta, i loro dialoghi fulminanti e sempre veri, l’ironia che irrompe nei momenti drammatici, si ritrovano intatti in questo libro agile e intenso, fotografia privata di una tragedia collettiva così difficile da elaborare e rappresentare. «Quello che è accaduto nei mesi scorsi è così enorme che non si poteva raccontare per intero», spiega Cotroneo. «Non volevamo però un libro cronachistico o aneddotico, un “America oggi” ai tempi del Covid. Abbiamo pensato allora a una piccola storia molto personale dov’è presente questa contraddizione: mentre si vive una grande tragedia insieme al resto dell’umanità, contemporaneamente si è presi dal proprio vissuto personale. E questo scatena quasi un senso di colpa». Così, mentre il bollettino delle ore 18 snocciola il conto drammatico dei morti, Marta non riesce a togliersi dalla testa che Lorenzo è entrato nel corpo di un’altra. «Monica ed io abbiamo scritto il libro in lunghe chiacchierate al telefono durante la quarantena, parlando delle coppie che stanno insieme da tanto tempo e che a un certo punto per stanchezza, o per una nuova passione, si disperdono. Ma il patrimonio di conoscenza reciproca che hanno costruito insieme continua ad esistere. E per Marta e Lorenzo il lockdown si trasforma in una seconda possibilità», aggiunge Cotroneo.
Il libro isola per ognuno dei quattordici giorni un solo momento specifico, un litigio, un riavvicinamento, uno smottamento emotivo, in una quotidianità apparentemente consueta dove niente, in realtà, è ormai più normale. «Questa struttura crea un gioco di ellissi appassionante», commenta Rametta. «Attraverso una separazione, poi, siamo passati tutti prima o dopo. La colpa spesso non è da una parte o dall’altra: abbiamo cercato di raccontare dei personaggi veri, senza fare di uno dei due il cattivo. Lorenzo per esempio ha tradito, ma è un uomo sensibile, che sa piangere e non si vergogna dei suoi sentimenti». Scrivere il libro in pieno lockdown è stata un’esperienza forte e unica, prosegue Rametta: «Anche io, che vivevo a casa con la mia compagna, nel silenzio delle strade ho recuperato ricordi passati. Pur rispettando quello che stava succedendo, però, nel libro c’è anche spazio per il divertimento, per momenti più ironici». Questo, del resto, è anche il segreto dell’alchimia tra Cotroneo e Rametta: «Ci piace guardare al lato tragicomico dei nostri comportamenti, raccontare la commedia umana».
“14 giorni” ha il sapore e il piglio di una sceneggiatura e in futuro, dicono gli autori, potrebbe diventare una pièce teatrale o un film. Intanto, dopo l’emergenza entrambi si sono già rimessi al lavoro per lo schermo: Rametta sta scrivendo un film per la Rai diretto da Costanza Quatriglio sulla vita della cantante Nada, mentre Cotroneo è tornato da regista sul set della seconda stagione di “La compagnia del cigno”: «Rispettiamo tutti i protocolli anti Covid, ma la cosa bella è la gioia di lavorare di nuovo insieme. Proprio la quarantena ci ha insegnato che abbiamo bisogno delle storie: non si tratta solo intrattenimento, ma di entrare a far parte di un’esperienza umana più vasta». —
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