Isabel Russinova racconta “Rose” al “Verdi” per la festa della donna

«Dobbiamo iniziare da noi stesse un cambiamento non facile ma necessario». Isabel Russinova non ha dubbi, «un cambio di mentalità, l’educazione e la formazione da sole non bastano a sradicare una idea antica ma ormai cementata e negativamente consolidata come la situazione della donna nel mondo».
Da sempre sensibile a questa tematica, Isabel Russinova, ha accettato con grande emozione l’invito del Teatro Verdi di Trieste a “Rose”, un concerto che sarà trasmesso in onda su Telequattro lunedì 8 marzo alle 21. Un evento nato da un’idea di Antonio Tasca, direttore generale del Verdi, curato dal direttore artistico Paolo Rodda con il coordinamento organizzativo di Daniela Astolfi e realizzato in collaborazione con l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Trieste e con il Conservatorio Tartini. Una serata al femminile, con Stephanie Praduroux a dirigere l’Orchestra della Fondazione e con testi e voce affidati alla Russinova che partirà dalla storia e dal ricordo di Rosa Luxemburg, Rosa Parks e Rosa Freedman.
«Sono partita dall’idea di celebrazione - spiega Russinova -. La festa della donna celebra un successo, l’ottenimento di alcuni traguardi come la libertà, l’emancipazione e il voto, che oggi diamo per scontati ma che alle donne erano negati fino al secolo scorso. Questo è l’8 marzo». «Quando mi hanno coinvolta in questo progetto multidisciplinare - continua l’attrice - ho quindi voluto raccontare la lotta della donna per la donna partendo da tre donne simbolo che sono accomunate da coraggio, determinazione e da un nome, Rose, che le rappresenta ma che è anche il nome del fiore più conosciuto. Un fiore che è il più bello e il più profumato che però si protegge con delle spine». «In Italia - aggiunge - si è scelta la mimosa come simbolo per questa giornata anche se avrebbe dovuto essere una violetta che racchiude in sé il bianco, il verde e il viola, colori che rappresentano i diritti ottenuti. Trovo questo abbinamento tra fiori e colori molto interessante».
Un ritorno a Trieste, per la Russinova, che è nata a Sofia ma cresciuta proprio nel capoluogo giuliano: «Ci torno spesso - racconta - anche se ultimamente con le limitazioni ci sono venuta meno, ma è sempre la mia città. Ammetto che tornarci per lavoro è anche più bello».
E per lei, donna di successo, attrice, produttrice, drammaturga, scrittrice, docente e operatrice culturale, le priorità non sono legate alla fama: «Mi interessa di più offrire punti di riflessione che possano essere utili anche per gli altri - ammette -. Sono una donna curiosa. Il linguaggio è lo strumento che uso per raccontare delle storie e la scrittura per me è il primo passo che parte dalla ricerca storica per capire, riflettere e costruire qualcosa che potrà diventare un libro, un testo teatrale o cinematografico».
Musiche di Rossini, Bellini, Verdi, Debussy e Gounod per una serata in cui alla narrazione si potranno apprezzare la sassofonista Giovanna Mastella, i soprani Nina Muho ed Elisa Verzier, il mezzosoprano Kimika Yamagiwa, il baritono Enrico Cossutta, le ballerine Cler Bosco e Alessia Gardina oltre al Coro della Fondazione diretto da Paolo Longo.
Ma in una serata all’insegna della multidisciplinarietà trale arti non mancheranno le opere della pittrice e scultrice Lisena Aresu e gli abiti della stilista Regina Schrecker. —
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