In un film il sogno di Galois, matematico ribelle

Domani all’Ariston di Trieste la docufiction firmata da Diego Cenetiempo e Giuseppe Mussardo prodotta da Sissa e Ictp
TRIESTE. Muore giovane chi è caro agli dèi, scriveva Menandro ventitré secoli or sono. E se gli eroi non possono invecchiare, allora la brevissima parabola di Évariste Galois, genio matematico precoce e repubblicano militante nella Francia della Restaurazione monarchica postnapoleonica, ne è l’emblema perfetto. Morì a 20 anni e sette mesi in un duello alla pistola, ucciso – paradossalmente – da un compagno di battaglie politiche per una frase ingiuriosa da lui pronunciata contro l’unica donna della quale era stato innamorato. Era il 31 maggio 1832. Ci ha lasciato teorie e concetti che formalizzano quella nozione di simmetria oggi fondamentale in fisica e in matematica.


La vicenda umana e scientifica di un eroe visionario e romantico che sembra uscire dalle pagine di Stendhal ritorna in un film-documentario di 56 minuti, “Galois. Storia di un matematico rivoluzionario”, che verrà presentato domani alle 18.30 (con ingresso libero) al cinema Ariston di Trieste in anteprima nazionale dopo la proiezione della scorsa settimana riservata agli scienziati del Simons Center for Geometry and Physics di Stony Brook, presso New York. E costituirà un’ideale anteprima del Festival triestino della fantascienza che prenderà ufficialmente il via martedì prossimo.


A firmare “Galois” sono Giuseppe Mussardo, fisico teorico della Sissa con la passione per la storia delle idee scientifiche, autore della sceneggiatura, e il regista Diego Cenetiempo per conto della Pilgrim Film. Il documentario è stato prodotto da Sissa e Ictp assieme al Simons Center, al Consorzio per la fisica di Trieste, al Centro Pristem della Bocconi di Milano. Per Mussardo e Cenetiempo è la terza tappa di un percorso cinematografico che li aveva visti realizzare insieme negli scorsi anni “Abdus Salam. Il sogno della simmetria” e “Maksimovič. La storia di Bruno Pontecorvo”.


Come in “Maksimovič”, anche stavolta si è fatto ricorso a momenti di fiction con attori per descrivere eventi che altrimenti avrebbero appesantito la narrazione. E non mancano gli interventi di scienziati di grande notorietà: da Martin Rees a Cédric Villani, da John Barrow ad Alain Connes e Marcus du Sautoy. Con un sorprendente Guido Martinelli (l’ex direttore della Sissa) alle prese con quello straordinario rompicapo noto come cubo di Rubik, affascinante metafora del mondo dei quark.


Ancora una volta è dunque il concetto di simmetria a rappresentare il fil rouge del documentario di Mussardo e Cenetiempo. «Tutta la fisica moderna è basata sul concetto di simmetria», ricorda Mussardo. «Con la simmetria abbiamo imparato a capire la bellezza dei cristalli ma anche la bellezza delle leggi fondamentali che regolano le interazioni delle particelle elementari. Einstein basò su concetti di simmetria la costruzione della sua teoria più audace, quella della relatività generale, che descrive la dinamica del cosmo e che prevede anche l’esistenza delle onde gravitazionali, la cui rivelazione sperimentale è stata premiata qualche settimana fa con il Nobel».


La matematica e l’impegno rivoluzionario furono le due anime del giovanissimo Galois, entrambe coltivate con furia quasi ossessiva. Nella matematica cercava la bellezza e la serenità che aveva provato solo durante l’infanzia, poi segnata dal suicidio (per motivi politici) del padre, repubblicano fervente e sindaco del paesino di Bourg-la-Reine, non lontano da Parigi, dov’era nato Évariste. Spirito ribelle, finì più volte in carcere. Disilluso dalla realtà politica e accademica, rifiutato dagli istituti superiori, insofferente dell’istruzione formale, ma anche tormentato dalla mancanza di riconoscimenti ufficiali. Appena diciannovenne aveva scritto un articolo fondamentale sulla risoluzione delle equazioni algebriche, che non verrà capito e sarà pubblicato solo nel 1846. Nell’ultima disperata notte prima del fatale duello, Galois – presagendo la morte – aveva tentato di riordinare il suo guazzabuglio di appunti, raccomandando a un amico fidato di sottoporli a Jacobi e Gauss, i grandi matematici del tempo. Si legge sul margine di un foglio: “Non ho tempo. Non ho tempo”.


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