In sala “Incompresa”, l’outing di Asia Argento

Il film passato a Cannes racconta l’infanzia dell’attrice e regista, tra due genitori divorziati e problematici

ROMA. Dopo il Festival di Cannes, dove è passato nella categoria Un Certain Regard, arriva nelle sale domani in 100 copie, distribuite dalla Good Films, “Incompresa”, film di Asia Argento autobiografico (anche se non si può dire). Un lavoro in cui la regista-attrice spiega, quasi a giustificarsi, il perchè sia diventata nel tempo così dark e maledetta. Una cosa che risale, ovviamente, alla sua infanzia e ai suoi due ingombranti genitori: il regista horror e pieno di manie, Dario Argento, e l'attrice-alternativa Daria Nicolodi, interpretati rispettivamente da Gabriel Garko e Charlotte Gainsbourg.

Per la serie i cattivi sono solo buoni che si difendono, la protagonista del film è Aria (Giulia Salerno) una ragazzina che più buona non si può. Solo che la poveretta, dopo aver assistito al divorzio per certi versi liberatorio dei due genitori, ovvero tra il padre attore e la madre pianista, si ritrova sempre di più sballottata tra le case anche troppo alternative dell'uno e dell'altra. Ma una cosa è certa. La ragazzina curiosa e già piena di talento capisce subito una cosa che da quel momento in poi, come dice espressamente a un certo punto del film: «Faccio quello che cazzo mi pare». Così tra una madre piena di amanti, dal ricco borghese al musicista alternativo, pronta a lasciarla pur di seguire il primo che le propone un viaggio di vacanze, e un padre superstizioso, altrettanto concentrato su una carriera che non ti dà mai nessuna sicurezza, Aria dovrà crescere da sola. Vediamo così la ragazzina alle prese con i primi amori impossibili, giocare con la sua amichetta del cuore a giochi innocenti e trasgressivi (Big Jim che violenta una Barbie), tentare il suicidio, assistere all'arresto di entrambi i genitori per coca, scoprendo, ogni volta di più, quanto è duro andare da una casa all'altra, con tanto di gabbietta sottobraccio con l'unico amico certo, il suo amato gatto nero.

Il film, nonostante le resistenze dell'autrice, non nasconde affatto il suo carattere autobiografico. Girato tra Roma e Torino e con nel cast anche Max Gazzè e un sorprendente Gianmarco Tognazzi, mostra coincidenze impressionanti.

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