In mostra a Trieste sessant’anni di design nelle opere di Barocchi, fondatore del Nordio

L’architetto fu il creatore dell’Istituto d’arte nel ’55. Oggi le visite speciali alla mostra all’Archivio di Stato

Paolo Marcolin
Una selezione di opere
Una selezione di opere

TRIESTE Non capita spesso che un preside progetti personalmente i mobili della sua scuola. Lo fece Romano Barocchi, che quando nel 1955 fondò l’Istituto d’arte per l’arredamento della nave e degli interni, l’attuale istituto statale d’arte Nordio, disegnò tutti i mobili, compresi i banchi delle aule inclinabili per trasformarli in tavoli da disegno tecnico e, ruotando i piani, in tavoli per il disegno a mano libera e i cavalletti per il disegno dal vero.

Purtroppo questi mobili sono stati buttati via e sostituiti con anonimi banchi di produzione industriale, ma i progetti si possono ammirare nella mostra documentaria “Romano Barocchi. Artista severo e illuminato a 120 anni dalla nascita”, aperta fino al 31 dicembre e visitabile su appuntamento all’Archivio di Stato di Trieste.

Per favorire la conoscenza da parte della cittadinanza di una figura creativa e originale la Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia e l’Archivio di Stato di Trieste apriranno le porte al pubblico oggi dalle 16 alle 20 per una speciale visita alla mostra sull’attività dell’architetto Barocchi.

In esposizione disegni, a matita, acquerello, pastello e china, progetti, materiali didattici, mobili e oggetti realizzati dall’architetto Romano Barocchi nell’arco di tutta la sua vita dai primi anni di studi all’Accademia a partire dal 1922, come progettista presso grandi studi di architettura, in qualità di docente presso la Scuola statale per il mobile e il merletto di Cantù e presso l’allora Istituto d’Arte di Trieste, fino a dopo il pensionamento verificatosi nell’anno 1974, allo scoccare del settantesimo anno d’età dell’insegnante e intellettuale.

I documenti che vanno a costituire la mostra provengono dall’Archivio Barocchi, già dichiarato di interesse culturale e conservato presso l’Archivio di Stato di Trieste, fondo che comprende oltre 1200 disegni, e dalla collezione privata della famiglia Barocchi, e riflettono sessant’anni di storia del gusto in architettura e nel design. Ma soprattutto rappresentano l’occasione per ricordare la figura di un creativo di notevole livello.

Nato a Firenze nel 1904, Barocchi arrivò a Trieste a metà degli anni Cinquanta. In precedenza aveva lavorato come progettista per la fabbrica di mobili Galletti a Como e dal 1940 aveva diretto la scuola d’arte e merletto di Cantù. Ricco di questo bagaglio di esperienze, Barocchi fondò a Trieste l’Istituto d’arte, che si occupava di arredamento navale e che aveva collocazione in alcune baracche che erano state abbandonate dagli anglo americani dopo la loro partenza.

Un’iniziativa salutata con favore da Gio Ponti: era la scuola che mancava a Trieste, aveva detto l’archiettetto milanese, auspicando che non fosse solo una scuola d’arte, ma anche d’arte applicata. Negli anni Sessanta, con la crisi della cantieristica navale nel settore passeggeri, Barocchi comprese che la scuola doveva essere ristrutturata per adeguarla alle effettive necessità dell’economia, e immaginò che una decisa svolta verso il design potesse dare nuova linfa all’Istituto e rappresentare un’opportunità per riconvertire la scuola verso obiettivi più utili per l’avvenire degli allievi.

Da preside non si sottrasse al dibattito sulla costruzione del nuovo edificio che avrebbe ospitato la scuola, poi realizzato in stile brutalista da Dino Tamburini in via di Calvola, che Barocchi riteneva fosse inadeguato per le nuove sfide che la scuola avrebbe dovuto affrontare negli anni a venire.

Sarebbe il momento buono, come chiedono alcuni ex allievi del Nordio, firmatari di una lettera rivolta alle istituzioni, che il prossimo anno, nel 70° della fondazione della scuola, anche la scuola ricordasse degnamente il professor Barocchi. —

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