In cucina con Benedetta Parodi «Ho imparato tutto dalla nonna»
Non ci si spiega perché, ma l’arte culinaria ormai da anni continua ad avere un successo incontrastato, che sia scritto o spettacolarizzato, è un argomento che non pare avere rivali: «Forse perché, dice Benedetta Parodi, la cucina è un po’ come il tempo, si parla sempre del clima, così come si parla sempre di cibo, forse è un discorso che non si esaurirà mai». Lei di fatto è stata la vera pioniera del genere: «Ho imparato dalla nonna, la mamma non amava tantissimo cucinare», e dalla cucina di nonna è passata a essere la protagonista dei primi programmi dedicati alle migliori ricette. Piatti che Benedetta confezionava in programmi come “Cotto e mangiato” e poi “I menù di Benedetta”, mentre oggi è alla guida di “Bake Off Italia”.
Ammette che la tv, certo, le ha dato molta popolarità: «Ma in realtà credo che siano stati i libri a darmi la maggior diffusione». L’ultimo, uscito da appena quattro giorni, è “A pranzo da me” (Rizzoli), che Parodi ha presentato proprio ieri a Pordenonelegge. Il titolo già denuncia tutta la volontà dell’autrice: «È un titolo confidenziale, domestico, c’è un forte legame con l’idea di famiglia. Ed effettivamente i miei famigliari sono sempre stati le prime cavie. Fondamentalmente vuole essere un invito a cucinare in modo semplice, come io stessa faccio a casa». Soprattutto vuole allontanarsi da un’idea di eccellenza culinaria, da un’idea di cucina troppo impegnativa e intellettuale: «Ciò che mi interessa è anche l’idea pratica legata al cibo, a volte dobbiamo cucinare velocemente e a me piace invitare il lettore a farlo, senza andare ad acquistare un cibo pronto per mancanza di tempo».
Il ricettario inoltre è corredato da una serie di foto, immagini che non hanno nulla di patinato, insomma sono piatti che sembrano proprio quelli di casa nostra: «Sono foto scattate sul piano di marmo di casa mia, devo dire che è faticoso cucinare e poi fotografare, la mia macchina è tutta incrostata di pastafrolla, per fortuna mia figlia Eleonora poi mi aiuta a pulire». Dice appunto di detestare le foto perfette, quelle molto artistiche: «Ma che non ti fanno venire voglia di mangiare». C’è una certa genuinità nelle sue ricette, ma anche nei suoi pensieri, Parodi infatti non è certo una fanatica del cibo iper sano come vorrebbero certe ideologie un po’ estremizzate: «C’è una responsabilità nel preparare il cibo e io insegno alla gente a cucinare senza andare a comprare cibo pronto, ma per farlo non bisogna essere troppo talebani».
Non nasconde che per lei cucinare è innanzitutto una rigenerazione, un momento altissimo di relax: «Certo ci sono due approcci, quello in cui devi cucinare velocemente e poi quello in cui puoi prenderti un pomeriggio, mettere su un po’ di musica, provare una nuova ricetta, non pensare a niente e rilassarti». Ama i dolci, ma non oserebbe mai fare quelli troppo arzigogolati, solo ricette molto semplici, senza l’uso dell’alta pasticceria. Personaggio frontale e schietto, Benedetta Parodi aggiunge che non sopporta neppure le persone troppo morigerate: «Quelle che non toccano mai alimenti troppo grassi, quando invece anche quelli, se assunti con moderazione, fanno bene». E a Pordenone non ha sicuramente usato morigeratezza, anche se ammette che, naturalmente, la bellezza di queste occasioni di spostamento è anche il fatto di assaggiare i diversi piatti delle differenti regioni. E per quanto riguarda il Friuli, ieri a pranzo ha ammesso di aver mangiato: «Frico, gnocchi al sugo di anatra, lumache e un salume particolare». —
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