Il viaggio sentimentale di Chersicla verso il Nord Europa

L’artista, scomparso nel 2013, lo fece nel 1986 e ora l’ha ricostruito la compagna Melitta Botteghelli sulla base di appunti, disegni, schizzi
La cartolina da Amburgo firmata Bruno Chersicla
La cartolina da Amburgo firmata Bruno Chersicla

TRIESTE Un viaggio immaginario come antidoto alla nostalgia per una persona che non c’è più: ispirandosi a tale concetto, Piergiorgio Mandelli, amico e medico personale di Bruno Chersicla, firma la prefazione del libro “Viaggio sentimentale”, uscito di recente per i tipi di Bellavite editore (pgg. 95, € 16,50). Ne è autrice Melitta Botteghelli, compagna per trent’anni di Bruno (Trieste 1937–2013), pittore, scultore, grafico, jazzista e appassionato e visionario viaggiatore, che in occasione di ogni partenza, preparava delle cartoline con le immagini dei luoghi che andava a incontrare e che poi avrebbe spedito agli amici più cari.

Un volume accurato, lungo migliaia e migliaia di chilometri, impreziosito dai numerosi appunti grafici in bianco e nero e disegni a colori, minimal o estesi, che Chersicla aveva dedicato, esprimendosi come di consueto nel suo linguaggio razionalista e postmoderno molto personale, al viaggio nel Nord Europa, svolto nel 1986 senza Melitta. Lei però ne aveva ascoltato il racconto e lo ricostruisce ora – a metà strada tra realtà e invenzione - attraverso le “carte” lasciate dall’artista: appunti di viaggio scritti, disegni, schizzi.

Una partenza così, d’agosto, da Milano (dove Bruno viveva dal 1966) con prima destinazione Lampedusa, dove gli avevano organizzato una mostra. Al ritorno, una tappa all’Arte/Fiera di Bologna e poi ancora Milano, prima di partire per la Danimarca, munito del consueto kit da viaggio: lo zaino con un po’ di ricambi, la borsa del tabacco, le pipe e la cosiddetta “fiaschetta del freddo”.

Dopo molti caffè al mitico bar Jamaica a Brera, l’itinerario riprende: ed ecco Zurigo, che Chersicla non ama, salvo il Cabaret Voltaire, culla del Dadaismo, allora già purtroppo restaurato. E poi Heidelberg, Amburgo con i ricordi di guerra e le donne in vetrina, Copenhagen e l’incontro con Niels Macholm, pittore danese d’avanguardia, anche lui un visionario. E lungo tutto il corso del viaggio, altre visite ad amici artisti e galleristi, a musei e castelli come quello di Kronborg a Elsinore, dove Shakespeare ambientò l’Amleto, e riflessioni sull’arte situazionista e sul gruppo Co.Br.A con visita al museo di Silkeborg, dedicato a uno dei suoi fondatori, il danese Asger Jorn. E poi Lubecca, Kassel, Norimberga con la casa di Dürer, Ausburg. Sempre accompagnato da F., il misterioso amico fotografo artista, tombeur de femmes.

Un diario di viaggio per immagini e parole interessante e divertente (completato da un’utile addenda sui molti personaggi citati a cura dell’autrice e di Piero Franz), che rappresenta un’occasione per stare ancora un po’ assieme a Bruno, perchè nel racconto stilato da Melitta ritroviamo lo stesso ritmo narrativo delle conversazioni tenute da Chersicla, quando riuniva gli amici a Natale nella sua bella, speciale casa studio in via San Marco a Trieste. —
 

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