Il triestino Gianmaria Martini alla corte di Valeria Ferro è il militare cattivo nella seconda serie di “Non uccidere”

Ventiquattro nuovi casi per l'ispettore Valeria Ferro della squadra Omicidi della Mobile di Torino, alias l’attrice Miriam Leone. Il fllo sempre più teso sulla vicenda personale di una donna testarda...
Ventiquattro nuovi casi per l'ispettore Valeria Ferro della squadra Omicidi della Mobile di Torino, alias l’attrice Miriam Leone. Il fllo sempre più teso sulla vicenda personale di una donna testarda e intuitiva, ma anche nuovi assassini da stanare e altre dinamiche umane da indagare. Delitti che si consumano ciascuno all’interno di una comunità chiusa, rivelati attraverso i punti di vista delle relazioni che si celano dietro a fatti di sangue ispirati alla cronaca nera.

Prosegue, con il suo capitolo secondo, la serie “Non uccidere”, creata da Claudio Corbucci e che sin dalla prima edizione ha inteso proporsi come un prodotto innovativo, a partire dalla fotografia e con canoni diversi dalla più consueta e “rassicurante” fiction italiana. Inusuale è anche la messa in onda. Quella in streaming anticipa da domani su RaiPlay, con la disponibilità dei primi dodici episodi da 50 minuti ciascuno, il debutto televisivo in prima serata su Rai 2, previsto per il 12 giugno in sei serate. La seconda parte degli episodi verrà distribuita in autunno. Nel cast anche l’attore triestino Gianmaria Martini. Sarà il militare Rosario Morra, nella decima puntata che ruoterà attorno all’omicidio di una psicologa specializzata in valutare l'idoneità dei militari assegnati a missioni speciali all'estero. Uno di questi è appunto Morra/Martini, al centro delle indagini con il tenente Adriano Navarro. I primi sospetti ricadono sulla moglie di Navarro, per ragioni di gelosia. Ma il legame tra i due uomini è più complesso di quanto possa sembrare, non solo per ragioni legate a un traffico di droga. Martini ha lavorato con il regista Claudio Noce di cui dice: «E‘ molto aperto, lascia spazio alla creatività di un attore, cosa che sui set non succede spesso».

Intanto fino al 27 giugno, al Teatro Greco di Siracusa, nella tragedia di Euripide «Le fenicie» sull’attaccamento smisurato al potere, Martini è Polinice, «personaggio con contraddizioni e ambiguità, che parla di giustizia, ma è pronto a radere al suo suolo la sua stessa Tebe». La regia è di Valerio Binasco che, sottolinea l’attore: «Scardina i soliti classicismi, calando l’opera non nella contemporaneità quanto in un mondo fantastico e atemporale». Isa Danieli è Giocasta, Guido Caprino (Pietro Bosco in „1992“ e „1993“) è Eteocle. «Recitare al “Greco” – sottolinea Martini – dà la sensazione di trovarsi dove è nato il teatro. In un luogo con una simile carica emozionale e interpretativa e con un pubblico di 6000 persone l’energia non può che essere altissima». L’attore triestino è diplomato all’Accademia di Genova e membro del gruppo di ricerca di teatro internazionale Euact. Nei suoi programmi un monologo sulla figura di Juliano Mer Khamis, fondatore del Freedom Theatre nel campo profughi di Jenin, in Palestina, per la regia di Chiara Tarabotti. È un progetto articolato tra fotografia e teatro, con altri monologhi sulla cantante sahrawi Mariem Hassan e l’attivista e politico nordirlandese Bobby Sands.

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