Il Teatro Verdi riparte con 500 posti in sala e punta a rilanciare il Festival dell’operetta
TRIESTE. Illustrare la campagna abbonamenti, ricordare gli spettacoli in programma a conclusione di quest’anno e quelli della nuova stagione 2022 ma anche tracciare un bilancio dell’attività svolta finora in un’ottica di sviluppo futuro. È questo il contenuto della conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina in piazza Verdi nello spazio antistante l’ingresso del Teatro, presenti il sindaco Roberto Dipiazza in qualità di presidente della Fondazione Teatro Lirico G.Verdi, l’assessore comunale ai Teatri Serena Tonel, il sovrintende Stefano Pace, il direttore generale del Teatro Verdi Antonio Tasca e il direttore artistico Paolo Rodda.
Il primo intervento è stato quello del sindaco Dipiazza, che dopo aver ringraziato il sovrintendente per il lavoro svolto e avergli fatto gli auguri per l’imminente nuovo incarico al Teatro dell’Opera di Liegi, ha comunicato il risanamento del conto economico, sottolinenando come il risultato sia stato raggiunto anche grazie alla partecipazione attiva di tutto il personale, un dato altamente positivo che consente alla Fondazione di procedere a breve con circa 30 nuove assunzioni.
Ha preso quindi la parola il sovrintendente uscente che, dopo i ringraziamenti di prammatica a collaboratori maestranze e a «Trieste città vivibilissima e gradevolissima che mi mancherà, ma io sono uno zingaro dell’opera», ha tenuto a sottolineare il lavoro proficuo svolto in questi anni, impostato sullo sviluppo in crescendo dell’attività ma sempre nel segno della qualità. Compatibilmente con le difficoltà logistiche legate alle pandemia, Pace ha confermato il mantenimento degli impegni presi relativamente alle tournées internazionali e alle trattative con la Regione per riportare gli spettacoli d’opera anche a Udine e Pordenone «perché il teatro è un servizio pubblico per il pubblico». Ha precisato anche che il legame personale con Trieste non si interromperà con la sua partenza auspicando, viceversa, l’inizio di una possibile collaborazione tra il Teatro Verdi e il Teatro dell’Opera di Liegi.
Di seguito Antonio Tasca, parlando della campagna abbonamenti impostata su 500 posti fruibili per ogni recita, si è detto ottimista riguardo alla risposta del pubblico «che ha molta voglia di tornare a teatro» e ha ricordato anche come i positivi risultati artistici raggiunti dal Verdi non siano affatto scontati, tenendo conto delle oggettive difficoltà del “paese Italia”, ma siano frutto del lavoro di squadra svolto in questi anni che «alla fine è quello che paga ed è il presupposto per un futuro di radiosa attività artistica».
L’assessore Tonel ha quindi posto l’accento su un tema caro ai triestini come l’operetta «elemento caratterizzante della cultura triestina. Crediamo che il ritorno dell’operetta – ha precisato l’assessore – debba coinvolgere più soggetti e anche le altre realtà teatrali. C’è bisogno di un’azione e una pianificazione sinergica per confezionare al meglio un prodotto esportabile della triestinità come l’operetta, a cui noi teniamo molto». A questo proposito anche Tasca ha confermato di lavorare per un serio progetto di lavoro sinergico e inclusivo volto a riportare la piccola lirica a Trieste «perché il Festival dell’operetta è un marchio del Teatro Verdi ed è innegabilmente un elemento attrattivo per il turismo in generale ma anche specifico per le navi da crociera».
Infine a Paolo Rodda il compito di concludere “artisticamente” l’incontro ricordando il successo riscosso dalle recenti produzioni di Traviata, Lago dei Cigni, Vedova allegra e il concerto lirico che ha visto sul palco tre acclamate voci internazionali come Pirozzi Sartori e Maestri. Ma la programmazione futura non sarà da meno, a iniziare da “Mozartiade”(che debutta oggi) per proseguire poi con “Madama Butterfly” “Pasticci a Trieste” e “Barbiere di Siviglia”, fino ad arrivare all “Amorosa presenza” di Nicola Piovani, opera che inaugurerà il ricco cartellone del 2022 e, nel contempo, testimonia l’impegno attivo del Teatro Verdi nella promozione e diffusione della nuova musica contemporanea. Confermando il lavoro da fare per riportare l’operetta a Trieste, Rodda ha infine precisato che nella programmazione del prossimo anno troverà nuovamente spazio anche la stagione sinfonica, fortemente voluta dagli habitués del teatro. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo