“Il mio canto libero” al Rossetti «È l’anima blues di Lucio Battisti»

«Raccontiamo Lucio Battisti rendendo tributo alla storia del rock internazionale, perché questo è il punto: stiamo parlando di un artista di respiro molto ampio, non si tratta semplicemente del più grande artista italiano. David Bowie, che era suo fan, lo definì “un genio della melodia”»: parole dei fondatori di Canto Libero, il cantante Fabio “Red” Rosso e Giovanni Vianelli, pianista e direttore musicale del progetto triestino, in concerto al Politeama Rossetti domani alle 20.30. Completano la formazione Emanuele Grafitti e Luigi Di Campo alle chitarre, Alessandro Sala al basso e programmazione computer, Jimmy Bolco alla batteria, Marco Vattovani alle percussioni e batteria, Joy Jenkins e Michela Grilli alle voci, Luca Piccolo alle tastiere, gli ingegneri del suono Ricky Carioti (fonico di Elisa) e Jan Baruca, Francesco Termini e Giulio Ladini ai video, Good Vibrations alla produzione. Stanno spopolando nei teatri di tutta Italia, con la benedizione di Mogol che a volte è salito con loro sul palco, la prima fu al Rossetti nel 2015: «Ci ha fatto uno dei più bei complimenti: “avete suonato esattamente come avrebbe voluto Lucio”», racconta Rosso.
«Uno show studiato nei dettagli, arrangiamenti curatissimi, dinamiche e scenografie, videoproiezioni. Ci abbiamo messo il cuore»: un omaggio a Battisti e Mogol che va ben oltre alla semplice esecuzione di cover, Canto Libero rilegge gli originali mettendoci la propria personalità, facendo emergere anche l’anima blues e rock di Lucio.
«Presenteremo per la prima volta a Trieste il nostro secondo disco – spiega Vianelli – registrato all’Urban Studio della Casa della Musica da Fulvio Zafret e masterizzato negli Usa, allo Sterling Sound di Nashville. Include brani come “Prendila così”, “Insieme a te sto bene”, “Questione di cellule”, “Questo inferno rosa”». Non vogliono svelare troppo della scaletta: «Forse faremo anche “L’aquila” o “Se la mia pelle vuoi”, in anteprima pezzi che inseriremo nel nostro terzo cd. Sono più di cinque anni che siamo in giro con oltre 120 concerti e abbiamo ormai oltre 40 rielaborazioni di canzoni di Lucio: scegliere è difficile, vorremmo suonarle tutte ma faremmo un concerto di cinque ore».
Non mancheranno ospiti a sorpresa: «Possiamo solo anticipare che saranno triestini, qui a casa è un momento di incontro con le persone con cui abbiamo condiviso emozioni per anni». Un lavoro certosino sulla musica «Siamo fortunati, abbiamo uno dei più bei repertori che si possa immaginare (e questo non è certo merito nostro), ma abbiamo lavorato in maniera maniacale sugli arrangiamenti, all’interno dei brani ci sono delle intere sezioni originali, composizione a sé», e anche su scenografie e immagini: «I nostri video per il 90% sono celebrazioni della natura e in particolare delle nostre terre. Mogol parlava di una sorta di “linea verde” che univa lui e Battisti, erano molto legati ai temi dell’ambiente, un classico come “La collina dei ciliegi” è una celebrazione della natura come fonte di ispirazione per l’uomo, e pensiamo alla storia della cavalcata (nel 1970 i due attraversarono l’Italia, da Milano a Roma, in sella ai loro cavalli ndr): era un gesto simbolico di sensibilizzazione».
Conclude Vianelli: «Le persone leggono il nostro spettacolo a diversi livelli, arriva a tutti, dai bambini agli anziani, la persona semplice ha musica per il cuore ma anche gli addetti ai lavori o i “maniaci” di Lucio apprezzano e ci dicono “finalmente non è una brutta copia, è una cosa fatta con cura”». —
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