Il “Luchetta” ai reportage sull’infanzia violata spose bambine e prigionieri di campi e ghetti
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I PERSONAGGI
Valeria Donelli
Giovanna Botteri, il volto sicuramente più familiare al grande pubblico televisivo in questo 2020 pandemico, tornerà a Trieste in autunno: sarà lei, infatti, corrispondente Rai da Pechino e presidente di giuria del Premio internazionale Marco Luchetta, a consegnare personalmente i riconoscimenti ai vincitori della 17° edizione, sabato 3 ottobre a Trieste, nell’ambito di Link, Festival del giornalismo 2020 in programma dal primo al 4 ottobre nel cuore della città, piazza Unità d’Italia. Dopo averla sentita ogni giorno raccontare e testimoniare l’esplosione del coronavirus in Cina, la sua inarrestabile diffusione dall’Asia verso l’Occidente, ma anche la resilienza della città di Wuhan e la ripresa cinese come segnale di speranza per la ripartenza in Italia e nel mondo, finalmente il pubblico triestino potrà ritrovarla “in presenza”, protagonista venerdì 2 ottobre di un panel sui temi di attualità a Link, e la sera dopo insieme ai vincitori di una avventurosa edizione 2020 del Premio Luchetta.
«Sensibilizzare i cittadini, per non dimenticare le emergenze del mondo che non si sono fermate con la pandemia di questi mesi, è l’obiettivo del Premio, quest’anno – spiega infatti Botteri –. Gli indifesi hanno continuato a morire, non solo di coronavirus: fra questi innanzitutto i bambini. Guerre, conflitti e carestie si sono sommati drammaticamente alla diffusione del virus».
Le fanno eco Giovanni Marzini, segretario di giuria del Premio Luchetta, e Francesca Fresa, curatrice di Link Festival: «Link, Festival del giornalismo 2020, si svolgerà dal primo al 4 ottobre a Trieste. Poter contare sulla presenza di Giovanna Botteri è motivo di gioia e orgoglio, così come poter riaprire il nostro focus annuale legato all’attualità del pianeta».
I reportage vincitori del Premio Luchetta 2020 testimoniano l’impegno di grandi firme internazionali, giornalisti che da molti anni sono in prima linea nelle trincee più calde del pianeta: a cominciare dalla rotta balcanica, sulla quale si sono incamminati, sfidando anche il covid 19, decine di migliaia di minorenni nell’ultimo anno. Ce lo ricorda il servizio della giornalista Sara Giudice di La7 – Piazza Pulita, che vince la 17° edizione del Premio Luchetta nella categoria Tv News. Inviata di Piazza Pulita dal 2015, Sara Giudice ha iniziato la carriera televisiva alla tv americana Class Cnbc come inviata politica.
Nella sezione reportage vince il Premio Luchetta 2020 il filmaker pakistano Adnan Sarwar: a lungo impegnato in Iraq per l’esercito britannico, Adnan Sarwar è un volto noto al grande pubblico anglofono per aver diretto e interpretato vari documentari e “biopics” diffusi dalla tv britannica. Per Channel 4 ha firmato l’intenso reportage vincitore, dal ghetto nero di Cape Flats a Città del Capo, Sudafrica dove, l'undicenne Mariezaan esce ogni giorno armato con un paio di forbici per difendersi dalla guerra tra giovani gang che, solo nell’ultimo anno, ha ucciso 279 bambini.
Per la stampa italiana il Premio Luchetta va al giornalista Nello Scavo, che su Avvenire ha raccontato la storia del bimbo ivoriano Simba, sopravvissuto ai campi libici, soccorso dalla nave Mare Jonio di Mediterranea nell’agosto 2019 e quindi approdato a Torino insieme alla madre. Nello Scavo, inviato speciale di Avvenire, è stato tra i giornalisti internazionali che hanno trascorso più tempo sulle navi di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo e dallo scorso ottobre vive sotto scorta per l’inchiesta sul trafficante Bija, tuttora bersagliato da minacce per le inchieste che coinvolgono Malta.
Per la stampa internazionale vince il giornalista Antonio Pampliega, che ha firmato per El Independiente un’emozionante corrispondenza sulle spose bambine in Afghanistan: meri oggetti con altissimo valore economico, condannate come criminali dalla giustizia e dalla società quando fuggono da casa per evitare il matrimonio forzato. Classe 1982, Antonio Pampliega è stato rapito in Siria nel 2015 dal gruppo terroristico Al Qaeda. Attualmente conduce “Il passaporto Pampliega”, un format che dà visibilità alle ingiustizie sociali a diverse latitudini del mondo. Infine, per la sezione fotografia, il Premio Luchetta va ad Andrea Frazzetta che sul New York Times ha pubblicato gli scatti del reportage dalla costa inondata del Bangladesh, dove gli abitanti sono provati dalll’emergenza, fra loro anche molti bambini. Frazzetta collabora con testate come New York Times Magazine, Newsweek, National Geographic, The Times, Der Spiegel, D La Repubblica, L’Espresso, Internazionale. Il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta è stato istituito nel 2004 dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin con la Rai, ed è organizzato da Prandicom. Info premioluchetta.com fondazioneluchetta.eu. —
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