Il filosofo Pier Aldo Rovatti analizza a Trieste gli effetti più profondi del lockdown

Il filosofo Pier Aldo Rovatti sul palco del Miela analizza gli effetti più profondi del lockdown
Il filosofo Pier Aldo Rovatti, che domani dialogherà con Giovanni Leghissa, suo ex allievo e professore a Torino
Il filosofo Pier Aldo Rovatti, che domani dialogherà con Giovanni Leghissa, suo ex allievo e professore a Torino

TRIESTE Un’analisi filosofica sul “bivio tra il prima e il dopo che ci mette alla prova”. Un bivio che sembra essere ancora di fronte a noi, in una normalità tutta ancora da scoprire. È il copione di “In Virus Veritas”, serata in programma domani, sabato 12 settembre, al Teatro Miela alle 18.30, organizzata da Bonawentura all’interno del ciclo “Decameron Miela”.

Sul palco ci sarà il filosofo Pier Aldo Rovatti, che dialogherà con Giovanni Leghissa, suo allievo, filosofo e professore a Torino. Sarà un approfondimento e un dibattito sui temi legati alla pandemia e all’isolamento sociale. L’analisi trae origine dalle riflessioni redatte da Rovatti sulle pagine del quotidiano “Il Piccolo” tra la fine di febbraio e la fine di maggio e poi racchiuse in un e-book edito da Il Saggiatore. La perdita di riferimenti, la voglia di “normalità” e l’accentuarsi di nuove e antiche paure. Il quadro emotivo è vasto e Rovatti ne fotografa cifre e sviluppi addentrandosi nell’eredità del virus e spiegando come il suo avvento possa in qualche modo aver (ri)disegnato sia gli equilibri interni che quelli sociali. Pier Aldo Rovatti – direttore della rivista “aut aut”, per oltre trent’anni docente di Filosofia contemporanea all’Università di Trieste, nonché fondatore e coordinatore della Scuola di Filosofia di Trieste, entrerà nelle dinamiche della “verità non banalizzabile dal virus”, accompagnato per l’occasione da un suo ex allievo, il triestino Giovanni Leghissa, professore associato di Filosofia e Teoria dei Linguaggi all’Università di Torino, direttore della rivista online di filosofia contemporanea “Philosophy Kitchen” e redattore di “aut – aut”.

Al termine della disamina filosofica, il palco del teatro Miela accoglierà una nuova puntata della saga targata “Generi di conforto boccacceschi” con la messa in scena di “Frate Puccio e lo stage di santità”, una novella (la quarta per la precisione) tratta dalla terza giornata del Decamerone, qui riletta dalla scrittura di Aldo Busi e interpretata da Laura Bussani e Ivan Zerbinati. Al centro della rappresentazione figura lo scontro tra la beatitudine terrena e quella eterna, dicotomia tracciata da scelte, sentimenti e inevitabili tratti esilaranti tipici della commedia boccaccesca. La serata è a ingresso libero ma previo prenotazione. Per informazioni e adesioni è attivo il numero 040/365119 (da lunedì a venerdì, dalle 17 alle 19) oppure scrivendo a biglietteria@miela.it. —
 

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