Il Dopolavoro ferroviario festeggia 90 anni di storia (e successi)

TRIESTE Compie 90 anni una delle realtà ricreative più conosciute sia in ambito nazionale che locale e che ogni triestino, almeno una volta nella sua vita, ha sicuramente frequentato: l’associazione Dopolavoro Ferroviario di Trieste.
Per festeggiare l’evento, la sede locale del Dlf organizza una giornata di porte aperte al Museo Ferroviario di Campo Marzio, ad ingresso libero, domani dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Per l’occasione, oltre ai plastici del Museo, saranno esposti anche quello Mittelberg di Lucio Chermaz, nonchè il nuovo impianto di vapore vivo, in scala 1, di Helmut Telefont.
Nel 1925 venne istituita l’Opera nazionale Dopolavoro (O.n.d.) - racconta Claudio Vianello, presidente del Dlf di Trieste - a cui, in breve, aderirono tutte le realtà lavorative del paese, creando però all’interno una loro propria corporazione. Istituita con Regio Decreto n.1908 del 25 ottobre dello stesso anno quale struttura interna delle Ferrovie dello Stato, dipendente dall’Ufficio centrale del Dopolavoro Ferroviario, essa aveva lo scopo preciso di promuovere il sano e proficuo impiego degli agenti ferroviari nelle loro ore libere dal servizio.
L’idea originaria del dopolavoro appartiene all’ingegnere torinese Mario Giani, fondatore del “Dopolavoro Italiano”. Però nel corso degli anni il Flf subì vari mutamenti: nel 1992 nacque la S.p.a. Ferrovie dello Stato, cambiando la ragione sociale, e nel 1996 venne istituita ufficialmente l’Associazione nazionale Dlf, in continuità con il preesistente “Ufficio Centrale Dlf” che era stato soppresso.
Ma il DopoLavoro ferroviario a Trieste non ha bisogno di molte presentazioni vista la sua presenza diffusa e capillare sul territorio cittadino con varie strutture come lo stabilimento balneare Bagno Ferroviario, la mensa di via Filzi, il bar di piazza Vittorio Veneto, la Polisportiva e il campo di calcio a cinque di viale Miramare.
L’attività si divide in gruppi culturali e in sezioni sportive, come la sezione “Bocce”, ma include anche altre attività come lo sci, il gruppo subacqueo, il canottaggio, la pesca sportiva, il tennis e il judo.
Accanto a queste discipline sportive l’associazione gestisce, tramite la Sat (Sezione appassionati trasporti costituita proprio nel 1975) il Museo Ferroviario di Campo Marzio, una realtà unica nel suo genere perché ospitata in un’ex stazione ferroviaria chiusa al regolare servizio passeggeri, importante soprattutto per la quantità di materiali raccolti ed esposti sia nella parte interna che in quella esterna.
Ma Vianello vuole sottolineare il fatto che l’associazione ha anche “regalato” numerosi atleti - ben 33 per l’esattezza - alla Nazionale italiana di pattinaggio e hockey, senza dimenticare i fratelli Fonda, campioni nazionali di canottaggio nel 1961, tanto che il sodalizio ha ricevuto importanti riconoscimenti come la Stella d’oro e d’argento al merito sportivo.
«Oltre allo sport - prosegue Vianello - per un periodo abbiamo potuto disporre di alcuni cinema e di ben due compagnie teatrali, la Filodrammatica e La Ferrata, conosciute anche a livello nazionale, dove hanno mosso i loro primi passi attori come Mario Valdemarin e Leopoldo Trieste».
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