Il 17 giugno l'ultima Lezione di filosofia con Eva Cantarella

Al Teatro Verdi l’antichista parlerà della virtù della giustizia. Ingresso libero fino a esaurimento posti

TRIESTE Si concluderà domenica 17 giugno, alle 11, al Teatro Verdi, con la lezione sulla giustizia della professoressa Eva Cantarella, storica dell’antichità e del diritto antico, il ciclo di quattro conferenze di filosofia dedicato al tema delle virtù cardinali.

La rassegna, promossa dagli Editori Laterza con il contributo della Fondazione CrTrieste e la collaborazione del Piccolo, avrebbe dovuto chiudersi lo scorso 22 aprile, con un intervento del filosofo Salvatore Veca, che però, per motivi personali, non ha potuto essere a Trieste.

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Sarà dunque Eva Cantarella, prolifica autrice di saggi sul diritto e la società del mondo greco e romano, ed ex docente di Istituzioni di diritto romano e di diritto greco all’Università Statale di Milano, a trattare il concetto di giustizia, partendo dal mondo antico e riflettendo sui grandi temi della pena di morte, del valore preventivo della punizione, della vendetta, dei diritti delle vittime nel mondo di oggi. Abitudini e vizi della giustizia antica costituiscono dunque la base per illuminare e comprendere più a fondo i paradossi e le storture di oggi.

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Cantarella, antichista di fama internazionale, è stata protagonista delle lezioni di Laterza già nel 2017, quando, alla Stazione Marittima, ha inaugurato il ciclo storico dedicato al viaggio con un’applauditissima dissertazione sull’itinerario compiuto da Ulisse.

Un viaggio in luoghi “fisici”, ma anche nel tempo, attraverso alcuni secoli (quelli a cavallo tra il XII e l’VIII a.C.) nel corso dei quali l’uomo greco compì un lungo e difficile percorso all’interno di se stesso, che lo condusse a prendere progressivamente coscienza della sua autonomia morale, vale a dire alla consapevolezza che le sue azioni non erano la conseguenza della volontà degli dèi, alla quale non era possibile opporsi. Agli dèi si poteva anche disobbedire, autodeterminandosi. Nasceva così in quei secoli e andava affermandosi la distinzione tra azioni volontarie e azioni involontarie (oltre alle azioni imposte dalla divinità, sono involontarie anche quelle alle quali si viene costretti dalla violenza fisica), che costituisce il presupposto di concetti etici e successivamente giuridici fondamentali come “colpa” e “responsabilità”, su cui si basa quella che oggi chiamiamo etica della responsabilità.

Temi, questi, che si riallacciano anche al tema della giustizia e al suo significato, dal pensiero del mondo antico ai giorni nostri, come esigenza e tensione individuale e fondamento del vivere in comunità.

Le lezioni di filosofia di Laterza si sono aperte il 18 marzo scorso con l’intervento di Remo Bodei sulla prudenza e sono proseguite con Michela Marzano, che ha trattato la virtù della fortezza, e con Giulio Giorello sulla temperanza.


 

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