I Sick Tamburo chiudono a casa il loro tour «Ora pausa per preparare il nuovo album»

L’intervista «In 25 edizioni non abbiamo mai suonato al Music in Village, neanche ai tempi dei Prozac+. Quindi siamo entusiasti». A parlare è Gian Maria Accusani, che con i suoi Sick Tamburo domani...

L’intervista



«In 25 edizioni non abbiamo mai suonato al Music in Village, neanche ai tempi dei Prozac+. Quindi siamo entusiasti». A parlare è Gian Maria Accusani, che con i suoi Sick Tamburo domani alle 21, al Parco IV Novembre di Pordenone, darà l'avvio a questo venticinquesimo anniversario del festival organizzato da Complotto Adriatico. Il programma prosegue giovedì con Luciano "The Messenjah", venerdì Echo&The Bunnymen e sabato Heaven 17, tutti live a ingresso gratuito.

«È l'ultima data del tour estivo di "Un Giorno Nuovo" - racconta Accusani - con questo quarto album c'è stata una crescita ulteriore di pubblico, siamo soddisfatti. Sul palco saremo almeno in cinque ma potrebbero esserci altre sorprese, succederanno delle cose carine, di sicuro Elisabetta è con noi, visto che giochiamo in casa. La scaletta pesca da tutti i dischi. Prima e dopo il live, ci sarà il dj triestino Marco Bellini, "Marchetto" che conosco da quando avevo 14 anni. È una data molto importante perché segna la fine di un periodo intenso, in cui ci sono successe tante cose; sarà una chiusura serena e gioiosa».



Il leader dei Sick Tamburo si riferisce anche alle vicende della sua compagna di band (già nei Prozac+), Elisabetta Imelio, ammalatasi di tumore al seno nel 2015. Solo due mesi fa la bassista e cantante ha raccontato pubblicamente la sua storia, in concomitanza dell'uscita di una nuova versione de "La fine della chemio" a cui hanno prestato la voce nomi importanti della musica italiana come Jovanotti, Elisa, Manuel Agnelli, Samuel dei Subsonica, Eva Poles, Tre Allegri Ragazzi Morti, Meg, Capovilla de Il Teatro degli Orrori, lo Stato Sociale. «Il pezzo era esplicito (Accusani si riferisce alla prima versione de "La fine della chemio" contenuta nel loro ultimo album, uscito nel 2017 ndr), molti lo sapevano da tempo. Abbiamo deciso di renderlo ancora più visibile, perché poteva aiutare anche altri. Ovviamente è stata una volontà di Elisabetta che sta vivendo sulla sua pelle quest'esperienza. Siamo stati contentissimi dei feedback e del supporto e ringraziamo chi ci ha sostenuto, ma penso che in un paese civile ne avremmo avuti miliardi di più, si sarebbero smosse più cose».

Accusani è un fiume in piena: «Quello che ruota attorno alla musica in Italia, lo ritengo da terzo mondo. Un progetto del genere, con il contenuto, il lavoro, le prospettive che aveva, in un paese progredito sarebbe passato su tutte le radio nazionali, tutti i giorni. E invece è passato solo attraverso le persone che hanno una certa empatia. Non c'era alcun guadagno per noi - prosegue - era tutto devoluto ad altri, ci interessava far arrivare un messaggio - non abbattersi, non sentirsi sconfitti quando si attraversa il calvario della malattia - a più gente possibile. La maggior parte degli esponenti del circuito musicale più potente non ha dimostrato sensibilità. La canzone è bella, è venuta benissimo ma non è questo il punto: mi aspettavo una risposta enorme al fatto di esprimere un tema così delicato senza andare oltre misura. Mi sembra che l'Italia ormai premi solo le stupidaggini».



Dopo il lecito sfogo, il frontman dei Sick Tamburo guarda ai prossimi mesi: «C'erano parecchie proposte per suonare anche a settembre ma abbiamo deciso di fermarci, ho bisogno di una pausa e poi registreremo il nuovo album, abbiamo tante canzoni da mettere a fuoco. Ci sono parecchie idee, dobbiamo decidere se virare più sul rock o su certe soluzioni più morbide». Della nuova musica in circolazione dice: «Mi sono piaciuti i Gomma, gruppo di Caserta che hanno un'attitudine molto vicina alla mia e Coma_Cose, invece molto diversi, eppure mi piacciono una cifra, sono quasi il mio gruppo preferito».

Presto Accusani e Imelio saranno sul palco dell'Home Festival con Eva Poles, per la reunion dei Prozac+. Inevitabile, quindi, un'ultima domanda. «Non facciamo interviste come Prozac+, è stata una scelta. Dico solo che sarebbe bastato anche un solo concerto, quello al Mi Ami di Milano a maggio dove ci siamo emozionati parecchio, per chiudere vent'anni di carriera e di affetto tra di noi. Abbiamo deciso di farne anche un secondo a Treviso il 31, sarà veramente l'ultima data dei Prozac. Fine».





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