I molto ubriachi “Buss” tre ventenni un po’ vintage col pallino del rock anni ’70

Elisa Russo
Tre ventenni con il pallino della musica stoner/ desert rock e del rock anni '70 (Black Sabbath, Nebula, Kyuss, Leaf Hound, Jimi Hendrix Experience, Grand Funk Railroad) tra sonorità pesanti e riff psichedelici, tanto blues e un pizzico di country, si chiamano Buss ("molto ubriaco" in hawaiano - perché se sei in quello stato, devi appunto tornare a casa in bus) e sono una boccata di ossigeno in una scena musicale in cui stenta un cambio generazionale. Erik Carpani al basso e voce, Patrik Pregarc alla chitarra, Ivan Kralj alla batteria presentano ora il loro ep di debutto: «S'intitola semplicemente "Ep" - raccontano -. Sul cd ci saranno i nostri primi pezzi e una cover dei Leaf Hound, gruppo underground inglese degli anni '70. È stato registrato al Track Terminal Studio con Alessandro Perosa, su un vecchio 4 piste a nastro. Siamo molto grati anche ad Alija Bandi che ci ha disegnato l'album art e a Rocket Panda Management che ci aiuterà a diffonderlo. Sarà disponibile in cd e anche su Youtube, Spotify, Apple Music, Bandcamp e un sacco di altre piattaforme streaming. E come premiere sulla web magazine americana The Obelisk. Il nostro sound puzza di vecchio ma si percepisce del nuovo. Amiamo usare strumenti musicali vecchi e amplificatori rigorosamente valvolari».
«Abbiamo cominciato a suonare assieme in seconda superiore - spiega Carpani - grazie anche a progetti musicali della scuola che ci hanno fatto incontrare, prima per gioco e poi più seriamente. Frequentando una sala prove di Padriciano - prosegue -, dove suonano tanti gruppi, abbiamo conosciuto diversi musicisti, tra cui il batterista Alessandro Perosa (attivo in varie band) che ci ha chiesto di fare da "cavie" per un esperimento, ovvero registrarci su nastro come ai vecchi tempi. È stato un successo, ne è uscita una qualità ottima e così abbiamo continuato a registrare cinque pezzi in analogico puro. Le nostre canzoni parlano dei temi negativi della società moderna: guerra, dipendenza dal cellulare, gente che insegue un'insaziabile fama, e poi ci siamo inventati la storia bizzarra di un calamaro pistolero».
I Buss in passato hanno tenuto un concerto a Vienna con i Billy Clubs, gruppo di punta del rock cittadino in cui milita il fratello di Ivan (Luka Kralj) e al Trieste Rock City Party a Gabrovizza: «Purtroppo ci sono pochi locali in cui esibirsi - conclude Erik - siamo gli unici ventenni che fanno questo genere, una volta c'erano Pork Chop Express, Black Mamba, Karburo, i Latte di Suocera… ma sono passati gli anni d'oro del rock a Trieste. Ci sono molti gruppi e musicisti validi, ma il mito di Trieste "città dei vecchi" non li aiuta a svilupparsi come potrebbero. "La mula de Parenzo" però è un gran pezzo! I miei coetanei ascoltano musica ma sembra che nessuno abbia più voglia di suonarla».
Come hanno vissuto questo periodo? «Preparando e promuovendo l'uscita del disco e bevendo birre in videochat. Per il futuro vorremmo fare tante prove e speriamo in un super concerto».
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