I libri da da leggere a Natale
TRIESTE Feste, pranzi, cene, dolci, giochi, risate, chiacchiere. Ma anche uno spazio infinito per leggere. In fondo, questi giorni che vanno da Natale fino al nuovo anno possono servire anche per scoprire libri belli che, troppo spesso, restano confinati in un cono d’ombra. Esclusi dalle classifiche di vendita, trascurati dai salotti televisivi, snobbati dalla critica.
Ecco, allora, dodici idee per regalarsi e regalare romanzi che non possono restare confinati nell’anonimato.
Una notte immensa
Il suo romanzo di debutto, “Teoria e pratica di ogni cosa”, negli States è entrato tra i dieci migliori libri dell’anno. E con “Notte americana”, tradotto da Carlo Prosperi per Bompiani (pagg. 773, euro 24), Marisha Pessl ha conquistato anche i lettori più scettici. Costruendo una storia che sta a metà tra David Lynch e James Ellroy, la scrittrice di Asheville, Carolina del Nord, sa trasformare la scalcinata inchiesta di un giornalista attorno a un regista maledetto, e a sua figlia morta suicida, in un gorgo oscuro pieno di misteri e sorprendenti retroscena.
Lo sbirro maledetto
Di loschi figuri è piena la letteratura noir. Ma un tipaccio come il commissario Arlac non lo si vedeva in giro da tempo. Tanto per dire: si è fatto i soldi collaborando con i nazisti, quando il Terzo Reich spadroneggiava in Francia. E nella Bordeaux degli anni ’50, che sta al centro dell’ottimo romanzo di Hervé Le Corre “Dopo la guerra” tradotto da Alberto Bracci Testasecca per le edizioni e/o (pagg. 524, euro 18), finirà per trovarsi al centro di una feroce vendetta. Dettata dai troppi, torbidi segreti che una fragile democrazia ha deciso di occultare.
L’America è un deserto
Nel deserto del Mojave, Claire Vaye Watkins è cresciuta per davvero. All’ombra di una storia terribile: suo padre era quello che procurava le ragazze da portare a Charles “Satana” Manson. Dopo una raccolta di racconti, il primo romanzo della trentunenne scrittrice, “Deserto americano” tradotto da Massimo Ortelio per Neri Pozza (pagg. 334, euro 18), colpisce per la sua forza visionaria. La sua California, colpita da un’incredibile siccità, diventa metafora dell’America fuori rotta di oggi. Dove i protagonisti Luz e Rasy dovranno imbarcarsi in una sorta di viaggio iniziatico.
Leggi e stai tranquillo
Le parole possono diventare catene. Come avviene nel Paese senza nome che è al centro del romanzo di Cécile Coulon, la scrittrice di Clermont-Ferrand. In questo mondo che ricorda “!984” di George Orwell l’ordine sociale viene garantito da grandi letture pubbliche. Gli stadi si riempiono di persone in cerca di emozioni forti, legate alle storie che vengono loro ammanite. Ma la letteratura, si sa, non è facile da manipolare. E anche questo sistema di controllo finirà per sgretolarsi nella “Casa delle parole”, lo splendido romanzo pubblicato da Keller editore (pagg. 148, euro 14) tradotto da Tatiana Moroni.
Lo specchio di Alice
Non ha mai voluto raccontare il mondo reale così com’è. Alice Munro, Nobel per la letteratura, è andata molto più in là. Perché ha saputo riflettere nello specchio delle sue storie tutto quello che, annebbiati dalla quotidianità, non riusciamo a vedere. Così, anche a distanza di 25 anni, i racconti raccolti in “Amica della mia giovinezza”, il libro tradotto da Susanna Basso per Einaudi (pagg. 313, euro 20). non perdono un grammo della loro forza. Basterà citare “Five points”, dove un ricordo d’amore mette in movimento la macchina terribile dell’odio.
Normalissima, fantastica vita
Non c’è solo Kent Haruf tra gli scrittori imperdibili che NNEditoree ha salvato dall’oblio. Perché la forza di un romanzo come “Sembrava la felicità” di Jenny Offill, tradotto da Francesca Novajra (pagg. 163, euro 16) non può passare inosservata. Al centro del libro c’è una donna come tante, con una storia come tante. Amore, sogni, delusioni, un’ostinata ricerca della felicità. Ed è proprio raccontando la banalità che si fanno strada raggi di luce intensissimi. Frammentri di senso.
Il mostro sono io, però...
L’Italia ha scrittori bravi che, troppo spesso, pochi conoscono. Andrea Tarabbia è uno di questi. Dopo lo splendido “Il demone a Beslan”, conferma tutto il suo talento con “Il giardino delle mosche”. Un romanzo perturbante, pubblicato da Ponte alle Grazie (pagg. 327, euro 16,80), che racconta, con le sue stesse parole, uno dei più feroci assassini del ’900: Andrej ‹ikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto che nell’Urss, e poi nella Russia, tra il 1978 e il 1990, ha mutilato e ucciso almeno 56 persone. Una sconvolgente autodifesa che spalanca la porta alle tenebre.
Questo è vero talento
Pur di non ammettere che “La verità sul caso Harry Quebert” fosse un gran bel romanzo, qualcuno chideva: «Aspettiamo il prossimo romanzo di Joël Dicker». Eccolo qua. È il suo debutto narrativo. Si intitola “Gli ultimi giorni dei nostri padri”, lo ha tradotto Vincenzo Vega per Bompiani (pagg. 462, euro 20). Racconta tutta un’altra storia. Ovvero, un’operazione delicatissima di controspionaggio negli anni Quaranta. Ci sarà ancora qualcuno capace di sostenere che lo scrittore di Ginevra non è bravo?
La grande menzogna di Enric
Consigliare un libro di Javier Cercas è come pattinare sul velluto. Lo scrittore di Ibahernando, infatti, non sbaglia un colpo. E il suo “Impostore”, tradotto dal bravo Bruno Arpaia per Guanda (pagg. 409, euro 20), conferma questo talento narrativo alle prese con una storia sconcertante. Qualla dell’anarchico Enric Marco, ammirato e premiato per il suo coraggio di denunciare gli orrori del lager di Flossenbürg, smascherato da uno storico come bugiardo seriale.
Le visioni di Joan
Chi non conosce Joan Didion potrebbe partire da qui. Da “The white album”, tradotto da Delfina Vezzoli per il Saggiatore (pagg. 22, euro 20). una raccolta di reportage, storie, frammenti di diario della grande scrittrice de “L’anno del pensiero magico”. Un talento capace di guardare tutto, cogliendo dettagli insignificanti ai più, per scavare dentro l’anima delle cose e delle persone.
Purché non muoia il cuore
Una corsa contro il tempo per salvare un ragazzo. Non Simon, straziato da un incidente stradale, ma quello che riceverà il suo cuore. Che potrà vivere grazie a lui, condannato a morire. Con grande delicatezza, e un ritmo infernale, Maylis de Kerangal si conferma scrittrice di assoluto talento con “Riparare i viventi”, tradotto da Maria Baiocchi con Alessia Piovanello per Feltrinelli (pagg. 218, euro 16).
Disegnare il Giappone
Mica facile, per un autore europeo, lasciarsi cullare dal mal di Giappone. Per costruire una storia che sappia conquistare pagina dopo pagina con una prorompente delicatezza. Ma Igort, uno dei maestri della graphic novel italiana, ha saputo costruire proprio così gli splendidi “Quaderni giapponesi”, pubblicati da Coconino Press-Fandango (pagg. 182, euro 19). Il disegno e le parole fanno convivere il fascino delle vecchie stampe con la realtà e il sogno.
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