I cent’anni del Tenorissimo Al “Verdi” Corelli cantò nella Norma con la Callas

Nel 1968 intonò a New York “La campana di San Giusto” E nel 1999 Trieste gli consegnò il sigillo trecentesco

L’anniversario



Il 20 marzo 1968, durante un concerto alla Carnegie Hall di New York, Franco Corelli canta “La Campana di San Giusto” accompagnato del maestro Anton Guadagno. Il Tenorissimo, Mister Sold Out, consacra così il suo legame unico con Trieste.

Franco Corelli compie oggi cent’anni. La data di nascita è, infatti, l'8 aprile 1921 ad Ancona. Corelli esordisce nel 1951 a Spoleto nel ruolo di don Josè nella Carmen di Bizet. Nel 1954 viene chiamato alla Scala per inaugurare la stagione con la Vestale accanto al soprano Maria Callas e diviene il tenore ufficiale del tempio italiano della lirica. A Milano inaugura con opere come Vestale, Poliuto, Cavalleria Rusticana, Trovatore, Turandot ben 6 stagioni sino al 1964, un primato da Guinness. Nel 1961 si reca al Metropolitan di New York per inaugurare la stagione con il Trovatore per il sessantesimo di Giuseppe Verdi e per rappresentare l’Italia nel centenario della sua Unità, cantando alla Casa Bianca davanti al presidente John Fitzgerald Kennedy. E così diviene il tenore ufficiale del Metropolitan, inaugurando ben 13 stagioni consecutive (altro primato da Guinness). Dal 1964 dopo ulteriori 10 rappresentazioni di Turandot alla Scala (opera nella quale si esibì dal 1958 per ben 23 rappresentazioni) ne pretese l’esclusiva , guadagnandosi l’appellativo di “Mister Sold Out” (ben 170 gli esauriti conteggiati al botteghino). Contemporaneamente dal 1955 inaugura 10 volte l’Arena di Verona. Il Tenorissimo lascia le scene nel 1976, un addio clamoroso, nel pieno dei mezzi artistici.

A Trieste arriva nel 1952, a solo un anno dal debutto, per cantare la “Carmen” di Bizet al Castello di San Giusto, diretto da Giovanni Bamboschek e con nel cast Giulietta Simionato e Piero Cappuccilli. Poi ritorna nel 1953 per inaugurare la stagione del Teatro Verdi con la Norma di Bellini diretta da Antonino Votto, assieme a Maria Meneghini Callas. «Franco Corelli, un giovane cantante che dispone di eccellenti possibilità, ha sentito il richiamo della parte di Pollione ed ha corrisposto alle responsabilità che comportava. Con fraseggio bene plasmato e fervore di accento il tenore Corelli si è imposto già al primo atto» scrive il “Giornale di Trieste” il 20 novembre 1953 che racconta di ben 34 chiamate agli artisti e applausi a scena aperta.

Corelli canta ancora a Trieste «La fanciulla del West» di Puccini (1955) e «Aida» di Verdi ('56), prima di prendere il volo per i maggiori teatri del mondo. Ritorna ancora una volta a Trieste, il 23 ottobre 1999, quattro anni prima della sua morte, quando al Teatro Verdi gli Amici della Lirica Giulio Viozzi, per iniziativa del vicepresidente Giulio Delise, lo invitarono al Verdi per un incontro-intervista sulla sua carriera. Nell’occasione Corelli ottine la tessera d’oro dell’associazione e il sigillo trecentesco della città.

«Sono tanti anni che manco da Trieste - racconta a Rino Alessi sul Piccolo - ma il ricordo che ne ho è molto bello. Dopo aver vinto il concorso dello sperimentale di Spoleto nel '51 ho debuttato a Roma. Subito dopo sono venuto a Trieste per una "Carmen", l'opera del mio esordio, al Castello di San Giusto. Come dire, Trieste è stata la mia prima trasferta, io ero agli inizi, ancora molto insicuro, e di quell'esperienza ho un ricordo molto vivo, Trieste per me è stata un po' come il primo amore che non si scorda mai. Gli spettacoli a San Giusto erano molto curati. Il pubblico mi accolse molto bene, fu molto carino con me. E poi le triestine sono donne che non si dimenticano». Eppoi, l’anno dopo, arriva la Norma con la ragazza bella, “un po’ grassina”, ma sopratturo solo e infelice, Maria Meneghini Callas (prima del dimagrimento). «"Norma" mi portò fortuna. Pollione è stato un ruolo che ho cantato moltissimo nei primi anni di carriera. Sa, io venivo dal nuoto e dal canottaggio, ero un atleta insomma, e i personaggi da antico romano mi stavano bene - racconta Corelli -. Fu proprio a Trieste che Votto e la Callas mi notarono e mi vollero alla Scala, l'anno dopo, per "La Vestale" di Spontini con la regia di Luchino Visconti». —

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