Happy New Year in cinese: al Dante oggi si festeggia il Capodanno

Al liceo musica e danze ma anche laboratori sulla carta e la calligrafia (e qualche raviolo)

TRIESTE Secondo il calendario cinese il Capodanno, noto anche Capodanno lunare o come festa di primavera, celebra l’inizio del nuovo anno e il 5 febbraio è cominciato quello del maiale. Ogni anno è infatti contrassegnato da un segno animale e da un ramo terrestre, che costituiscono, uno dopo l’altro, un ciclo di 12 elementi. Per il liceo Carducci-Dante, dove sono presenti 9 classi nelle quali il cinese è la seconda lingua straniera di insegnamento, è ormai una consuetudine, in collaborazione con l’associazione culturale Nuove Vie della seta, aprire le porte per festeggiare questo momento denso di significati e buoni auspici.

Oggi, venerdì 8 febbraio, dalle 17, a ingresso libero, l’aula magna del Dante ospiterà, spiega la preside Oliva Quasimodo, «un pomeriggio molto fitto, tra danze, colori, sorrisi, canti, specialità culinarie, laboratori, il tutto condito dall’allegria e gioia di grandi e piccoli, italiani e cinesi, amici, studenti e famiglie. Un’occasione per conoscersi e respirare la cultura cinese, le sue tradizioni, arti e bellezze».

Protagonisti saranno gli studenti dell’Istituto e i giovani dell’Associazione e spicca la presenza, dalla Cina, di due artisti - Li Shaowu e Zhou Shuying - il cui sapere, nell’ambito della calligrafia e dell’intaglio della carta, è considerato Patrimonio culturale dell’Unesco. «L’evento - racconta Gao Xu, presidente delle Nuove Vie della seta - intende condurre nelle atmosfere delle festività per il nuovo anno che, nella tradizione, si svolgono lungo due settimane. Il colore rosso è considerato propiziatorio per l’anno nuovo e quindi abitualmente le persone si vestono di questo colore e vi decorano le proprie case. Il più importante appuntamento gastronomico è la cena che precede l’arrivo del nuovo anno, con pietanze come gli “jiaozi”, simili ai ravioli, gli “zongzi” (di pasta di riso, con diversi ripieni) e il dolce “ma hua””. —


 

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