“Guidina” di Trieste per viaggiatori in erba dalle tappe obbligate a clanfe e Pedocin

Sono pensate per i turisti più giovani, i ragazzini dagli 8 anni in su che hanno la fortuna di viaggiare con la propria famiglia. “Le Guidine” di Edizioni El sono una collana per piccoli con la valigia che vanta già 9 titoli, dedicati a città italiane e straniere. A questi, dall’11 febbraio, si aggiunge la guidina dedicata a Trieste, scritta da Corrado Premuda - triestino, autore di libri per ragazzi, giornalista e insegnante - e illustrata dalla bolognese Sara Menetti, che verrà presentata domenica 16 da Eataly, alle 16.30. È un volumetto agile e divertente, che s’inserisce nel filone, ultimamente molto frequentato dalle case editrici italiane, delle guide turistiche a misura di ragazzi. In questo caso però a proporla è una casa editrice che si occupa unicamente di libri per bambini e adolescenti, e il piglio da specialista si nota, sia nella scelta dei contenuti che nella grafica, studiata per una fruizione semplice e immediata.
L’idea alla base è quella di raccontare le città facendo ampio uso di storie e leggende, proponendo dei contenuti ad hoc per i giovani viaggiatori e cercando di stimolarne la curiosità, in modo che il viaggio si trasformi in una grande avventura e i ragazzini in piccoli esploratori. «I ragazzi di oggi sono sempre più indipendenti ed emancipati culturalmente rispetto alle generazioni precedenti - osserva l’autore -. Ciò significa che anche se sono in vacanza con mamma e papà in una nuova città vogliono rendersi protagonisti del viaggio, e non seguire pedissequamente le mete proposte dai genitori. Perciò non stupisce che si pensi a guide create “ad altezza di ragazzino”, con tutta una serie di caratteristiche che possano incuriosire i giovani lettori. Per scriverla ho fatto mente locale su ciò che mi veniva raccontato di Trieste quand’ero piccolo, cercando di ricordare quali erano gli aspetti della narrazione che mi avevano colpito di più».
Qualche esempio? Per spiegare l’ampiezza della Grotta Gigante Premuda dice che è “una cavità sotto terra così grande che potrebbe addirittura contenere, tutta intera, la basilica di San Pietro”, mentre quando descrive la Bora non dimentica di citare uno dei coloriti termini dialettali che ne sono derivati, “imborezà”, a indicare quell’euforia ed eccitazione che coglie le persone quando questo fortissimo vento soffia. Il volume si apre con una grande mappa della città, su cui sono illustrati i punti di maggiore interesse per i piccoli viaggiatori: ecco allora il Castello di Duino con la roccia della Dama Bianca, la cui leggenda viene narrata all’interno del libro, il Castello di Miramare con il Bioma, il museo dedicato interamente al mondo marino, il faro della Vittoria con la sua statua alata, dove tutti vogliono salire per ammirare dall’alto lo spettacolo della Barcolana, la Grotta Gigante, il tram di Opicina, le Osmize, la val Rosandra e pure la Risiera di san Sabba, perché ai ragazzini vanno spiegati anche i momenti più tragici della nostra storia.
Il volumetto è interessante anche per gli adulti, perché riunisce una serie di curiosità non sempre note: «Ho cercato di raccontare soprattutto le particolarità e le stranezze che rendono Trieste una città unica: dai molti termini per definire i differenti tipi di caffè alla storia del dinosauro Antonio, dalla spiegazione di cosa sono le clanfe al rito scaramantico secondo cui toccare il portale della chiesa serbo-ortodossa di san Spiridione è di buon auspicio se ci sono esami scolastici in vista». E ancora la leggenda della principessa Rosandra, l’usanza triestina delle “fave dei morti”, la diceria legata alla sfinge di granito rosa che si trova sulla punta del piccolo molo all’esterno del Castello di Miramare. E a concludere il volume, in cui i testi si sposano alla perfezione con le pregevoli illustrazioni che li accompagnano, ci sono alcune pagine con giochi e domande, che i giovani viaggiatori sono chiamati a completare.
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