“Gioventù che muore” di Comisso primo libro della riedizione intera

TORINO. A cinquant’anni dalla scomparsa di Giovanni Comisso e a settanta dalla prima uscita del romanzo, La Nave di Teseo ripubblica “Gioventù che muore” (pagg. 224, euro 18) con la prefazione di Paolo di Paolo, in libreria da oggi, primo titolo dell’intera opera del grande trevigiano che la casa editrice riproporrà. Domani, al Salone del libro di Torino, alle 14.30 in Sala Indaco, si terrà l’omaggio a Comisso, con Neva Agnoletti, Ennio Bianco, Maria Teresa de Gregorio, Isabella Panfido, Elisabetta Sgarbi e Paolo di Paolo.

“Gioventù che muore” è uno dei romanzi più potenti di Comisso. Spiega Elisabetta Sgarbi: «Almeno tre sono i motivi che mi hanno spinto a intraprendere la ripubblicazione delle opere di Comisso. Anzitutto, al momento della fondazione della Nave di Teseo, avevamo promesso che avremmo dato nuova vita a classici dimenticati: lo abbiamo fatto con Chinua Achebe e Giorgio Scerbanenco, lo faremo con Comisso, e presto anche con Fosco Maraini, Ercole Patti, Gian Antonio Cibotto, Giorgio De Chirico. Il primo libro di cui feci la redazione, molto prima di entrare in una casa editrice, ma con la speranza di fare un giorno l’editore fu “Caro Toni”, corrispondenza straordinaria tra Toni Cibotto (a cui devo molto della mia vita editoriale) e Giovanni Comisso. E perché Comisso è uno di quei grandi narratori italiani capaci di rendere universale la provincia italiana, veneta in questo caso. E quella provincia – che Comisso racconta – io l’ho intravista, incrociata nei racconti di Cibotto e di mio padre. Quindi, quando Franco Caramanti, presidente dell’Associazione Amici di Giovanni Comisso, mi ha proposto questa iniziativa, non ho esitato. Credo fortemente - conclude Sgarbi - nella capacità di Comisso di parlare ai lettori di oggi».

Qual è, dunque, la storia di “Gioventù che muore”? Adele ha quasi trent’anni, una vita benestante e borghese ai margini della noia di una giovinezza che sembra già sfiorita. Quando Guido la incontra su una pista da sci nell’altopiano di Asiago, tutta la differenza d’età – lui ha appena vent’anni, irrequieti e incalzanti – e quella fra le loro famiglie sembrano non contare nulla. Iniziano giorni appassionati e pieni, fra le discese notturne sulla neve, Venezia, il mare di Chioggia, i bagni, le feste contadine. L’amore di Adele è saldo e ostinato, anche quando Guido si fa sfuggente e inquieto, anche quando fra loro, con l’arrivo della guerra nel 1943, si insinua la paura di perdersi. Iniziano i bombardamenti mentre le strade vedono susseguirsi fascisti e tedeschi, alleati e partigiani. Guido decide di scappare per le colline di Treviso per evitare di essere arruolato, ma la distanza da Adele diventa la distanza esatta dalla sua gioventù che brucia in fretta. —

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