Giovanni Minoli: «La classe dirigente non sa fare politica» DIRETTA STREAMING

Il giornalista e dirigente della Rai ha ricevuto il Premio Crédit Agricole Friuladria “Testimoni della Storia”
Giovedì 1 ottobre, Giovanni Minoli riceve a Link il premio da Carlo Piana, direttore Crédit Agricole
Giovedì 1 ottobre, Giovanni Minoli riceve a Link il premio da Carlo Piana, direttore Crédit Agricole

TRIESTE Si può dire che è uno di quelli che ha cambiato la tv, e anche l’informazione. Giovanni Minoli è stato premiato ieri alla Fincantieri Newsroom nell’occasione del Festival Link – in collaborazione con Fondazione Pordenonelegge – con la consegna del Premio Crédit Agricole Friuladria “Testimoni della Storia”.

Di storia attraverso Minoli ne è passata parecchia. Impossibile non pensare a un programma come “Mixer”, condotto dal giornalista per quasi vent’anni, dove l’informazione toccava la politica quanto la cultura. Un contenitore di 100 minuti che ha contribuito in modo incisivo a innovare i programmi, imitato da molti, ma non molti sono riusciti a intervistare Jorges Luis Borges, per esempio. Lui sì. Oltre a Kennedy, Agnelli o Guttuso.

Ma insomma Minoli, oltre a dirigere la Rai, ha ideato decine di programmi impossibili da dimenticare come “Report” o “Quelli della notte”. Dopo il saluto del sindaco Roberto Dipiazza e dell’assessore Tiziana Gibelli, Valentina Gasparet, curatrice di Pordenonelegge, ha introdotto Minoli: «Per aver scritto pagine indelebili della televisione italiana…», recita l’incipit della motivazione al premio, concretamente rappresentato dal Tallero, simbolo dell’antica economia del territorio e consegnato da Carlo Piana, direttore generale di Crèdit Agricole Friuladria.

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Minoli è stato poi protagonista di un dialogo con il direttore del quotidiano Il Gazzettino Roberto Papetti, che da una citazione definisce Minoli come creatore della televisione: «Non è vero – risponde il giornalista – ho avuto la fortuna di arrivare alla televisione mentre esplodeva, per cui c’era molta possibilità di inventare. Se ho un merito è quello di aver capito che la tv aveva un suo linguaggio da scoprire. E poi la fortuna di nascere con il telecomando, la concorrenza stimolava la creatività».

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Minoli si definisce “dirigente televisivo” più che giornalista: «Con Rispoli ero l’unico dirigente che andava in onda». E la Rai? «La Rai va “raifondata”, ha completamente smarrito la ragione della sua esistenza». Non è docile neppure con la politica: «Ci vorranno anni perché la classe dirigente sia in grado di fare politica. Un tempo i partiti erano moto selettivi» e nel frattempo dice che sosterrebbe di nuovo Bettino Craxi: «È impossibile fare politica senza compromesi».

Sulla questione Covid punta il dito sui virologi: «Ormai hanno conquistato la scena e si sa come funzionano queste cose, quando uno ha il potere non ha nessuna voglia di lasciarlo». Papetti tocca anche il punto della questione sostenibilità «Non sono un fanatico della “differenziata”, però ho dovuto indagare la questione, volevo capire come le grandi aziende avevano riorientato i loro conti in funzione dell’economia circolare. E devo ammettere che anche a livello delle grandi aziende si è sviluppata una grande sensibilità». L’intervista che gli ha dato più soddisfazione? «Quella con Margherita Yourcenar». La più difficile: con Berlinguer. —


 

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