Giorgio Faletti album postumo con musica e testi inediti
ROMA. Oggi esce l’album «L’ultimo giorno di sole» (Orlantibor/Nar International) con i testi inediti e le musiche di Giorgio Faletti (scomparso nel luglio 2014), interpretati dall’attrice Chiara Buratti, cara amica dello scrittore-autore, e arrangiati da Andrea Mirò. E il 4 luglio, nell’anniversario della morte di Faletti, al Teatro Alfieri di Asti (che era la città natale dello scrittore) debutterà l’omonimo spettacolo di musica e parole, con protagonista la stessa Buratti. L’album è composto da nove brani descrivibili come «racconti nel racconto», nove affreschi indipendenti che, oltre a restituire il talento narrativo di Giorgio Faletti, svelano anche la varietà delle sue influenze musicali e dei suoi ascolti. Il disco è anticipato dal brano «Confessioni di un pianoforte», attualmente in rotazione radiofonica, una poesia intensa e profonda impreziosita da un cameo vocale di Giorgio.
«L’ultimo giorno di sole» raccoglie i brani dell’omonimo spettacolo (con l’aggiunta di una intro intitolata «Insonnia»), ideato e scritto da Faletti proprio per Chiara Buratti, che sarà diretta in scena da un altro grande amico dello scrittore-autore, il regista Fausto Brizzi, e accompagnata al pianoforte dalla giovane pianista toscana Giulia Mazzoni. Lo spettacolo è composto da otto brani e sette monologhi e debutterà in apertura della prima edizione del Premio Giorgio Faletti che si terrà il 4 e il 5 luglio ad Asti. Per l’occasione verranno premiati cinque personaggi esordienti che si sono distinti negli ambiti tanto amati da Giorgio: cinema, letteratura, musica, comicità e sport. La produzione del progetto «L’ultimo giorno di sole» è a cura della Orlantibor di Roberta Bellesini Faletti, moglie di Giorgio, che ha fortemente voluto la realizzazione di questo grande desiderio del marito, con l’aiuto e il supporto dei suoi amici più cari. «È un bel carico emotivo portare avanti questo progetto. E anche una grande responsabilità - racconta Chiara Buratti - vedere come nascevano i versi, uno dopo l’altro, mi ha fatto capire la differenza tra un bravo autore e un genio. E la sua umiltà assoluta».
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