Giorgia: «E adesso vorrei duettare con il re del soul Stevie Wonder»

Lunedì la cantante in concerto a Villa Manin di Passariano nell’ambito del suo Pop Heart Summer Tour. «Canto brani che appartengono alla mia infanzia»



Trattandosi di una delle voci più belle della musica italiana, conviene darle da subito la parola. Lei è Giorgia, protagonista lunedì a Villa Manin alle 21.30 (la vendita dei biglietti a Villa Manin comincerà già alle 18, ma è da tempo attiva sul circuito Ticketone). L’evento si inserisce nel cartellone di “Villa Manin Estate” che, dopo la cantante italiana, vedrà sul palco, mercoledì 17 luglio, Thom Yorke, storica voce dei Radiohead, mentre il 18 la kermesse sarà chiusa da Stefano Bollani in duo con Hamilton de Hollanda.

Giorgia, da poco è uscito il suo ultimo singolo, “I feel love” tratto dal suo album più recente, “Pop Heart”. Perché proprio Donna Summer e quel brano in particolare?

«Mio padre, musicista e cantante, quando ero piccola accumulava così tante cassette (sì, proprio le vecchie cassette!) piene di canzoni che studiava per poi eseguire in concerto. Io, ogni tanto, attingevo a questa banca dati attraverso il mio stereo e una volta mi imbattei in “I feel Love” di Donna Summer che mi colpì moltissimo per i suoni elettronici (la genialità di Moroder!) e la voce sensuale e potente. Avrò avuto neanche dieci anni. Molto tempo dopo, quando ormai conoscevo il bellissimo viso di questa grande artista, lei dichiarò in un’intervista che io le piacevo molto come cantante. C’erano quindi tutti i requisiti perché io cantassi questo pezzo che è appartenuto alla mia formazione».

Nell’album c’è anche una registrazione di “I will always love you”, brano di Dolly Parton reso celebre da Whitney Houston che lei ha visto all’Arena di Verona, nel ’98. Che ricordo ha di quel concerto?

«Quel concerto per me è come se fosse ieri. Ero a Roma a casa mia mi sono detta: “Ma che ci faccio qui?”. Presi la mia Micra rossa e tutta sola mi avviai in autostrada verso Verona vantandomi in seguito di un casello-casello: quattro ore per vedere Whitney in Arena. Quella sera il concerto era gestito dalla mia stessa agenzia di concerti di allora, la d’Alessandro e Galli e il suo direttore musicale era anche il mio: Ricky Minor. Insomma, giocavo in casa! Lei fu meravigliosa come sempre e salì sul palco anche sua figlia che era una bimbetta. Pensare adesso che entrambe non ci sono più è orribile».

Le è capitato, e più volte, di duettare con Elisa. Cosa apprezza di più in lei e qual è il vostro rapporto, al di fuori dei palcoscenici?

«Amo Elisa, il suo rapporto con la musica da musicista esigente e coerente, la sua simpatia, la sua visione ampia del mondo dell’essere umano, la sua umiltà la sua bellezza! Tra di noi siamo molto sincere dirette trasparenti e credo di poter dire che ci vogliamo bene».

Con chi, tra gli artisti d’oggi, italiani e stranieri, vorrebbe duettare? E con chi, più di altri, vorrebbe tornare a fare un duetto?

«Avendo avuto la fortuna e l’onore di cantare con Ray Charles e Alicia Keys mi piacerebbe ambire al re del soul Stevie Wonder, e vorrei tanto poter ancora cantare con Pino Daniele musicista sacro e amico prezioso che mi manca molto».

Il suo concerto di Villa Manin rientra nel “Pop Heart Summer Tour”. Come si prepara ad una tournée e ad ogni singolo concerto e come, mediamente, è il suo stato emotivo: di tensione, nervosismo, adrenalinico?

«Mi preparo fisicamente con la corsa oltre a esercizi per sostenere il palco, i pezzi, il fiato. E poi tanta, tanta ansia che domo solo una volta che sto col pubblico». —

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