Giallo in Ghetto nel Purgatorio di Mizzan, artista del disegno "sporco"

Uno stile affascinante, fatto di disegni interessanti e segnato da una marcata impronta autoriale. Nonostante a giudicare così le sue tavole sia stato anni fa il re del fumetto nostrano, Mr. Sergio Bonelli in persona, l'indole riservata e schiva del disegnatore di cui parliamo non lo ha fatto uscire da un'ostinata attitudine a restare sottotraccia, nascosto ai più. Quell'occhio di taglio che campeggia sul suo profilo facebook rappresenta alla perfezione Paolo Mizzan, la mente alla conduzione dell'azienda di famiglia, il cuore nelle sue storie di carta.
Stavolta però, accantonata momentaneamente la ritrosia, una sua opera vedrà finalmente la luce. Si tratta di una graphic novel che sta ultimando, dal titolo “Purgatorio”. «Ho iniziato due anni fa a lavorare a questa storia – racconta Mizzan - ambientata a Trieste nella zona del Ghetto: sono attratto dai vicoli e dal loro sapore popolare, le androne, le scalette intorno a Tor Cucherna, l'inizio di Cavana. La prima parte si svolge agli inizi del '900, la seconda ai giorni nostri: il collegamento, di natura drammatica, rappresenta la svolta su cui è costruito l'intreccio. Desideravo soprattutto fosse una pubblicità per la città che amo, mostrandone gli scorci più nascosti tra atmosfere di pioggia, vento e neve».
Mizzan non svela di più. «C'è una base gialla sottotraccia e c'è un omicidio che riaffiora ai giorni nostri: l'idea originale sta nel modo in cui il collegamento salta fuori. Ma “Purgatorio” è fondato più sull'aspetto morale, filosofico, della storia». L'inizio vede il ritorno del protagonista nella sua città via mare e deriva dai ricordi di famiglia, dai racconti dei viaggi in India e Cina del bisnonno commerciante in gioielli nell'800. A caratterizzare l'insieme è una narrazione cinematografica, fascinazione che ha portato Mizzan ad avvicinarsi alla scuola romana della coppia di registi e sceneggiatori Sofia Scandurra – lei aiuto di Zampa e Camerini - e Antonio Leonviola.
La conduzione dell'azienda familiare non permette però la permanenza a Roma. «M'interessava scrivere storie: se non per il cinema, allora sarebbe stato in questa forma: scegli le varie componenti come se fossi un regista, location, dialoghi, montaggio, anche i volti degli attori».
Ai più sgamati, infatti, non sfuggirà che la protagonista della graphic novel è “la ragazza del Coyote Ugly” Piper Perabo. Un “Purgatorio” di 65 pagine per cui Mizzan ha congelato le 120 del lavoro precedente, “12 settembre”, ambientato ai giorni nostri e con già salda l'idea di un giallo giudiziario alla base. «Quanto manca alla fine? Ho ultimato le chine e sto facendo esperimenti di colorazione. Mario Alberti mi ha suggerito l'uso delle ecoline, perfette per il mio stile “sporco”. Ma, da daltonico, la cosa è più complicata del previsto».
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