Giacobazzi a teatro lascia un messaggio ai nipoti

Entrare a far parte di un messaggio ai posteri. Non una cosa generica. Un messaggio indirizzato specificatamente alla progenie di Giuseppe Giacobazzi. Mercoledì 12 aprile al Giovanni da Udine e giovedì 13 al Politeama Rossetti, Zenit srl presenta "Io ci sarò" il nuovo spettacolo del comico romagnolo. «Per tutti quelli che hanno visto il mio "un po' di me", sempre a teatro, questo show rappresenta una specie di continuazione. Riparto da dove mi ero fermato. Mia moglie che aspetta un figlio attraverso la fecondazione assistita e io che divento padre. Ma un padre un po' troppo in età. Avere una figlia, come è accaduto a me, dopo i cinquant'anni, ti mette di fronte a una serie di domande», spiega Giacobazzi. «Io mi sono chiesto se riuscirò a vedere i miei nipoti, e se sì, per quanto tempo. Se anche mia figlia dovesse pensarci a lungo prima di avere un figlio, forse potrei non riuscire a conoscerli, ed è per questo che desidero lasciare loro una video testimonianza».
Ed è così che nasce questo spettacolo, che vede il comico registrare ogni sera in una città diversa il messaggio, per poi lasciare davvero ai nipoti un ricordo di quello che è stato il nonno. «Voglio essere un nonno premuroso e voglio sperare che esisteranno ancora i cinema, che la tecnologia sarà meno schiavizzante, che non ci sarà più bisogno di militari ma che sia un futuro con tanta musica», aggiunge Giacobazzi.
Forse un futuro difficile da immaginare con gli eventi degli ultimi giorni. «Non ho voluto legarmi all'attualità, spiega Giacobazzi, ma ne parlo attraverso delle sfumature. Mi auguro che tutto migliori per il futuro di mio nipote. Spero ancora nell'intelligenza delle persone. Spero in un colpo di coda di intelligenza che illumini le persone giuste che possono evitare di farci rivivere gli errori del passato».
Giacobazzi, al secolo Andrea Sasdelli, ama definirsi un “poeta romagnolo vinificatore” anche se nel mondo artistico ha fatto di tutto, dalla radio alle fiction, passando attraverso il cinema e i libri, prima di arrivare a teatro o allo Zelig Circus. «Da piccolo pensavo che un giorno sarei diventato un ingegnere meccanico. Mi dicono che ero molto determinato, forse per la mia passione per i Lego o i modellini. In realtà ho lavorato per oltre diciassette anni nel mondo della moda, selezionando capi per un marchio piuttosto noto. Ma se qualcuno mi avesse detto che avrei fatto un salto dalla radio a un palco non avrei osato credergli. Quando invece mi si è presentata l'occasione di fare davvero questo percorso, con una buona dose di casualità e di incoscienza ho mollato tutto, a quarant'anni e ho iniziato la mia strada». Un percorso che lo ha visto tagliare molti traguardi importanti, dalla serie tv Don Matteo a molti film, ultimo dei quali "Un Natale al Sud". «Ho cinquantaquattro anni e nei miei spettacoli propongo considerazioni sulla vita, raccontando aneddoti e amenità che mi sono accaduti. È come se io e le persone che vengono a teatro ci facessimo una seduta psicologica a vicenda, ridendo un po'». Biglietti su Ticketone e al Politeama Rossetti.
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