Georgia e Croazia sui confini nascono le storie universali

TRIESTE. Due maturi contadini molto diversi tra loro che si trovano a lottare contro gli elementi della natura o con il proprio passato: sono i protagonisti al centro della giornata odierna di concorso con i suoi due titoli di punta, il georgiano “Simindis Kundzulis” (Corn Island/L'isola del granturco) e “Kosac” (The Reaper/Il mietitore), coproduzione croato-slovena firmata da Zvonimir Juric', già ospite qualche anno fa del festival. Se l'idea era di aprire a pellicole da Paesi cinematograficamente poco visibili, la Georgia di “Simindis Kundzulis”, alle 16 in Sala Tripcovich propone, nella persona del regista George Ovashvili, un cinema «nuovo, interessante e coraggioso» vincitore del Grand Prix e del Premio della Giuria Ecumenica al festival di Karlovy Vary, entrato persino nella short list degli Oscar.
Dominato dagli elementi naturali, il film è ambientato lungo un fiume che divide la Georgia e l'Abcasia, proclamatasi repubblica indipendente nel '92, su un'isoletta che solo una fantasia fervida vedrebbe come luogo fertile su cui far nascere qualcosa. Invece l'anziano protagonista, aiutato dalla nipote sedicenne, inizia a piantare un microscopico campo di granturco. La segnatura del confine, però, comporterà problemi, dal momento che le tensioni tra i due Paesi originate dalla guerra del '92-'93 non si sono mai sopite.
Un film potente e austero, estremo nel suo incedere solenne, dilatato e senza tempo, estremo nella semplicità elementare della storia e nella quasi totale assenza di dialoghi, tanto che la manciata di battute sembra quasi stridere in una colonna sonora fatta di vento e acqua che scorre: se lo spettatore saprà abbandonarsi al flusso sincronizzandosi con il lento respiro del film, lo sforzo iniziale per superare il rigore narrativo e stilistico sarà certamente ripagato. «È una storia universale, che potrebbe aver avuto luogo sul fiume Arvand tra Iran e Iraq, o in passato sul Reno» spiega il regista Ovashvili, che sarà in sala a presentare il film.
Ivo Gregurevic', che ricordiamo capo dei “Neri” in “Crnci”, presentato al festival nel 2010, spicca anche in “Kosac” (The Reaper/Il mietitore), in programma alle 22.15, nei panni di un personaggio con un passato pesante con il quale sta ancora facendo i conti. Presentato all'ultimo festival di Toronto il film di Zvonimir Juric' è un intreccio di tre storie cadenzate dagli incontri del protagonista durante una notte: ne emerge un quadro cupo della Croazia che, come il protagonista, è ancora gravemente condizionata dal suo passato. Arena d'oro per Gregurevic' all'ultimo festival di Pola come per il miglior attore non protagonista, insieme alla fotografia di Branko Linta.
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