GeoGrafie a Monfalcone nasce il primo festival delle scritture itineranti

il programma
È un festival nuovo – dovendo adeguarsi ai tempi verrebbe da parlare di anno zero –, ma già palesa ambizioni consistenti, a giudicare dai nomi che compaiono nel suo primo cartellone. Qualche esempio? Ferruccio de Bortoli, Aldo Cazzullo, Valerio Massimo Manfredi, Mauro Covacich, Luigi Nacci. Soprattutto, vuol essere un’iniziativa differente da quelle consuete, colmare così una lacuna, costituire una voce autorevole nel proprio settore: quello della geografia. Di più, l’intento è di coinvolgere la città che la accoglie: Monfalcone, che vedrà piazza della Repubblica, le vie e le sale del centro animate da ospiti e visitatori nonché dalla presenza, dalla partecipazione di librai, scuole superiori, associazioni varie che collaboreranno all’evento.
Così, a pochi chilometri da “èStoria”, da anni protagonista a Gorizia nello stimolare una riflessione sul passato, “GeoGrafie festival” debutta da mercoledì 2 a domenica 6 ottobre. L’obiettivo è di parlare di ciò che succede nel mondo mantenendo al centro l’identità del territorio monfalconese e valorizzando le eccellenze regionali, come nel caso delle case editrici che verranno invitate a prender parte alla kermesse. Proprio sui concetti di qualità della proposta e di identità si è soffermata ieri, nell’annunciare la manifestazione nella Sala del Consiglio comunale, il sindaco della città cantierina, Anna Maria Cisint.
Al momento, l’idea – nata durante una chiacchierata tra la stessa Cisint con il giornalista Roberto Covaz – sembra mettere tutti d’accordo, a partire dal plauso di Fincantieri che entusiasticamente ha deciso di appoggiarla, anche da un punto di vista economico. Dopo tutto, le date di svolgimento dell’iniziativa non sono certo un caso: a metà ottobre ci sarà il varo della nuova nave griffata dall’azienda e la kermesse finirà quindi per anticipare di pochi giorni l’evento, simboleggiando una pace con il Comune dopo la tanta asprezza degli anni passati. Per quanto riguarda il programma, la garanzia è rappresentata dall’esperienza e dall’autorevolezza di “Pordenonelegge”, vero e proprio braccio operativo (e non solo) di “Geo Ggrafie”, al punto che la direzione artistica del festival fa capo a Gian Mario Villalta, che ieri ha illustrato il cartellone e la filosofia che ne è alla base. «Monfalcone - ha detto Villalta - è fulcro di meravigliose diversità geografiche: una collocazione decisamente speciale nella geografia europea e adriatica, punto di raccordo fra il profilo sabbioso delle lagune e la dorsale rocciosa che prosegue fino all’area balcanica – ha affermato ancora Villalta, spiegando il senso della kermesse nella città dei cantieri –. Alle spalle, il Carso ricco di storia recente e di vicende geologiche millenarie. L’orizzonte si alterna, a seconda di dove si volge lo sguardo, verso una lontana corona di monti o verso un mare che sconfina nella luce».
E se per “Pordenonelegge” c’era anche il suo presidente Giovanni Pavan, per il Comune di Monfalcone è intervenuto pure l’assessore alla Cultura, Luca Fasan. Tutti pronti a tracciare una mappa dei vari mondi, e della varie geografie, possibili: geografie dell’anima, della conoscenza, della politica. E altre ancora.
Ferruccio de Bortoli, per esempio, guarderà la geografia del futuro, mentre Valerio Massimo Manfredi si occuperà di approfondire la geografia delle tradizioni che uniscono l’Italia. Non mancherà poi quello che, probabilmente, è il maggior geografo italiano: Franco Farinelli. E si parlerà ai ragazzi, agli studenti, agli sportivi, agli appassionati di cibo, a chi è attento alla salute e alla pienezza del vivere, con Eliana Liotta, Aldo Cazzullo, Beatrice Masini, Andrea Maggi e molti altri scienziati, scrittori, poeti, viaggiatori presenti durante le cinque giornate del festival che, e Anna Maria Cisint l’ha anticipato, non vuol costituire un evento occasionale, nel senso che nel prossimo futuro ogni anno aprirà il sipario. Continuando a dare uno sguardo al suo cartellone 2019, Mauro Covacich racconterà di come la mappa di una città diventi geografia del proprio corpo, mentre Luigi Nacci tratterà del confine tra la città e la selvatichezza. Ancora, Barbara Mazzolai è invitata a parlare di come la selva possa insegnare a costruire macchine speciali. Molto, tuttavia, è ancora in fase di definizione: ci saranno altri ospiti che verranno annunciati in un secondo momento, quando verrà comunicato il programma definitivo della kermesse, come verranno definite le sedi dei vari incontri e i loro orari. Quel che è certa è la nascita di una realtà nuova, che si propone di partire bene e di crescere meglio. E se già l’anno scorso, su queste colonne, il giornalista Roberto Curci raccogliendo uno spunto lanciato da Renzo S. Crivelli si domandava quale città, se non Trieste, potesse “aspirare a diventare una capitale morale della geografia”, una risposta è giunta ieri. A tentar di far una sintesi su geografia e geopolitica ci penserà Monfalcone. In bocca al lupo. —
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