Gabbani: «Il mio karma è l’emozione»
Il vincitore di Sanremo canterà sabato in Piazza Unità a Trieste per la Barcolana in musica
TRIESTE. La lunga estate di Francesco Gabbani non è ancora finita. Per concludersi deve attendere sabato 30 settembre quando, l’ultimo vincitore di Sanremo, sarà in Piazza Unità (dalle 21) quale protagonista dell’evento di “Barcolana in musica 2017”. Un concerto, tra l’altro, che, oltre a essere l’ultima tappa della tournée del cantante, avrà finalità benefiche: all’ingresso (gratuito) sarà richiesta a ogni spettatore una donazione (minimo 2 euro) che verrà interamente devoluta al Burlo Garofolo. Ciò per volontà di Barcolana e Despar.
Gabbani, dopo un’estate così sarà stanchissimo. E non è finita…
«Un po’ di stanchezza c’è ma dopo un anno così è una stanchezza positiva».
Prevale il divertimento?
«Sì, sicuramente. Anche perché tutto quanto mi sta accadendo lo osservo quasi da spettatore e lo vivo come una bellissima sorpresa. Insomma, sono un cantante pop e non credevo che un progetto come il mio potesse provocare una reazione di questo tipo, considerando quelli che oggi sono i canali preferenziali…».
Si riferisce ai talent? Non le interessano?
«Mi interessano, sì. Facendo musica, scrivendo canzoni anche per altri li ho sempre seguiti ma ai talent non ho mai pensato di partecipare: non credo che abbiano il linguaggio giusto per me».
Lei non è solo un cantante. Si potrebbe anche definirla un polistrumentista…
«Non sono certo un virtuoso. Ma è vero: me la cavo discretamente con più strumenti. Mio padre è musicista ed ha ancora un negozio di strumenti musicali, a Carrara, la città dove sono nato e cresciuto; sono cresciuto in quell’ambiente».
Nell’ambiente del negozio?
«Sì, fino a poco prima che cominciasse la mia avventura con “Amen” (che ha vinto nel 2016 a Sanremo la sezione “Nuove proposte”) lavoravo nel negozio di mio padre pur portando avanti, per conto mio, la strada della musica».
Dopo la vittoria a Sanremo anche il negozio di suo padre avrà avuto un beneficio…
«Il bilancio non lo conosco: dovrei chiederlo a lui. Ma l’affluenza è certamente salita: c’è un po’ un pellegrinaggio da parte dei fan che vengono in negozio con la speranza di incontrarmi; mi portano anche dei regali».
Vive ancora a Carrara?
«Per me rappresenta la base. Ma è un anno che sono più in giro che a casa».
Lo strumento preferito?
«Il mio strumento principale, che poi è l’unico che ho studiato, è la chitarra. Ma, in realtà, la mia passione più grande è la batteria: è stato forse il primo strumento che ho iniziato a suonare e tuttora mi diverto molto a suonarla».
I fan, a suo avviso, cosa apprezzano maggiormente in lei?
«Credo il fatto che per il tramite della musica propongo riflessioni spero profonde ma in forma ironica, divertente, divertita: oserei definire la mia “una profonda leggerezza”. E questo connubio credo che sia un po’ la mia maggiore cifra stilistica. Ma scrivo anche canzoni più intimiste, sentimentali».
Con “Occidentali’s karma” ha vinto Sanremo. Qual è il karma di Gabbani?
«L’esprimermi in maniera molto spontanea e genuina rispetto a quello che sento e che provo e che, in qualche modo, mi ritorna indietro».
In che senso le ritorna indietro?
«Se nella visione occidentale il karma è un po’ il risultato di come ci si comporta, per come sta andando quest’anno forse mi sono comportato bene in passato: mi trovo ad avere gratificazioni, a vivere emozioni, probabilmente perché sono stato genuino».
Da poco è anche uscito il suo nuovo singolo “Pachidermi e pappagalli”, il terzo…
«È uscito il 15 settembre. E rappresenta un po’ la cifra stilistica di cui parlavo prima. Ha un appeal divertente, fresco, ma, contemporaneamente, ha un testo che, con ironia, porta a riflettere».
Su cosa?
«Sul mondo del Web, dove tutti noi possiamo dire ciò che ci pare ed esprimere teorie, pensieri che non hanno alcun fondamento».
Nel godersi il presente, cos’ha in mente per il futuro?
«Dopo la conclusione del tour di questo album, “Magellano”, mi prenderò una pausa che mi permetterà di elaborare in musica ciò che, in questo lungo periodo, mi è accaduto. Poi, non escludo altre possibilità ma reputo un privilegio potermi esprimere facendo canzoni. Ad ogni modo, affronto la vita giorno per giorno. Ma mi auguro che il futuro, per me, possa essere ancora in musica».
Ha qualche dubbio?
«Cambierò anch’io, come cambiano tutti. E la musica risentirà di questo cambiamento. Il dubbio è solo uno: se il pubblico continuerà ad apprezzare il mio lavoro».
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