Freya Stark, una donna ai confini del mondo

ASOLO. Nata a Parigi in uno studio di Rue Denfert Rochereau il 31 gennaio del 1893, all'età di due anni e mezzo aveva già attraversato le Dolomiti e il monte Pelmo, traballando all'interno di una cesta. Suo padre Robert era un pittore, amante della natura, originario delle selvagge terre del Dartmoor, nel Devon; sua madre Flora, pittrice e pianista, era una donna affascinante, mondana e intraprendente. Nei primi anni del '900 si stabilirono ad Asolo, che già nell'Ottocento ospitava una comunità di illustri personaggi inglesi come il letterato e fotografo Herbert Young, grande amico degli Stark, e Pen Browning figlio del poeta Robert, che dedicò alla cittadina le famose liriche di Asolando. In seguito si sposteranno a Dronero, in Piemonte, dove Flora si occuperà di una fabbrica di tappeti.
L'educazione di Freya Stark sarà tanto irregolare quanto ricca di stimoli. Nel 1911 si iscrive al Bedford College di Londra dove studia storia e incontra il professor Ker, che diverrà la sua guida spirituale. Allo scoppio della prima guerra mondiale è costretta ad abbandonare gli studi e sceglie allora di arruolarsi come infermiera in un ospedale da campo gestito dalla Croce Rossa Inglese sul fronte italiano dove assiste alla tragica ritirata di Caporetto: racconterà poi la sua esperienza in un conciso ma puntuale diario di viaggio. Successivamente decide di dedicarsi interamente alla sua passione per l'Oriente, nata all'età di nove anni, quando ricevette in dono da una zia il libro delle Mille e una notte. Inizia a studiare la lingua araba e si impegna a fortificare il suo fisico. S'imbarca per Beirut, fissando la sua base prima in Libano, nella casa del poeta James Elroy Flecker e poi a Baghdad dove conosce l'ambasciatore britannico.
Nel 1930, intraprende il suo primo importante viaggio nella grande Persia, sulla scia di Marco Polo, nelle estreme regioni del Luristan, percorrendo "le Valli degli Assassini".
Per tutta la sua vita continuerà a viaggiare da sola, in compagnia di guide locali, a cavallo, a piedi, a dorso di mulo o di cammello, addentrandosi dove nessun occidentale aveva mai osato. Andrà alla ricerca dello spirito della antiche civiltà, "alla ricerca dell'impossibile", raccontando poi le sue avventure in libri destinati a divenire dei classici. In uno di questi ebbe ad osservare sul piacere del viaggio: "si arriva, con un piacevole senso di gratitudine, a realizzare quanto ampiamente siano sparse nel mondo la bontà e la cortesia e l'amore per le cose immateriali, che fioriscono in ogni clima, su qualsiasi terreno."
Nel 1972 le venne conferito il titolo di Dame of the British Empire; il 9 maggio 1993 muore centenaria nella sua piccola casa di Asolo. Ora la città amata anche da Eleonora Duse la ricorda con una mostra allestita nella Sala della Ragione del Museo Civico, curata da Annamaria Orsini.
Sono esposti i suoi taccuini di viaggio, le sue fotografie, alcuni dei suoi abiti come il caffetano in velluto di seta color arancio indossato in occasione dell'incoronazione di Elisabetta II d'Inghilterra e alcuni splendidi abiti realizzati con tessiture seriche orientali per visite a sultani ed emiri. Non mancano gli oggetti personali e curiosi come un piccolo tavolo, la sua tazza da tè, il suo minuscolo astuccio porta aghi, i suoi ricami e la sua macchina da scrivere insieme a molti dei suoi libri, ad arricchire un'esposizione che come dichiara il titolo narra "il viaggio sentimentale" e interiore di questa Lawrence d'Arabia al femminile, erudita e avventurosa esploratrice.
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