Fragili, esplosive donne di Chiara Moscardelli

Le donne di Chiara Moscardelli non sono mai personaggi banali. Vivono oppresse dall’ossessione di essere trendy. Galleggiano tra ansie e paure che nemmeno i più potenti ansiolitici riescono a debellare. Sognano l’amore in un mondo che pensa soltanto a fare soldi e a consumare il sesso in fretta.
Insomma, quando scrive, Chiara Moscardelli costruisce divertenti meccanismi narrativi che fanno pensare. Lo sa bene chi ha già letto i suoi romanzi precedenti: “Volevo essere una gatta morta”, “La vita non è un film”, “Quando meno te lo aspetti”. Lo scoprirà chi non ha ancora iniziato il suo nuovo “Volevo solo andare a letto presto” (Giunti, pagg. 270, euro 14). Il libro viene presentato oggi da Mario Mirasola, alla presenza dell’autrice, alla Libreria Giunti al Punto di Trieste, in via Imbriani 7, alle 18.
Protagonista del nuovo romanzo è la trentacinquenne Agata Trambusti. Figlia di una sessantottina che non conosce momenti di ripensamento, si porta appresso un bel po’ di ossessioni e di manie perfettamente giustificabili. Visto che è cresciuta in una casa abitata da nudisti e amici della madre inclini a non rispettare nessuna delle regole imposte dalla società. Tanto che lei non sa neanche esattamente chi sia suo padre tra loro.
Terrorizzata dalle malattie, ma appassionata di telenovela brasiliane, Agata si trova al centro di un misterioso pasticcio senza sapere bene perché. Mentre fasciata da un tailleur, con i capelli raccolti a chignon, si prepara a valutare alcuni quadri che il proprietario di una villa sull’Appia vuole mettere all’asta, viene aggredita da un bruto.
Il problema è che quel tipo, a guardarlo bene, è un gran bell’uomo. Però Agata, per difendersi, si ricorda delle tante mosse di krav maga imparate nel corso di ossessive sedute di allenamento. E lo stende, dandosi alla fuga. Ma ormai, qualcuno l’ha puntata e non la molla. Così il fustacchione si ripresenta nella sua vita. E la coinvolge in un’avventura che la porterà ad attraversare i luoghi più sordidi di Barcellona, a vedersela con tipacci di tutti i tipi. E soprattutto a dover sbrogliare un traffico di quadri d’autore piuttosto complicato.
alemezlo
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