Flash mob per ascoltare chi non ci sente

C’è anche Trieste tra le città che hanno aderito alla manifestazione in cui si chiede il riconoscimento della lingua dei segni
Il linguaggio dei segni
Il linguaggio dei segni

Sono 22 le città che hanno aderito al flashmob di questo pomeriggio per il riconoscimento della lingua dei segni italiana (Lis), della professionalità dell’interprete e dell’assistente alla comunicazione. E tra queste (Bari, Fano, Fregene, Firenze, Latina, Lecce, Lucca, Monterotondo, Napoli, Padova, Palermo, Pisa, Pescara, Perugia, Potenza, Roma, Teramo, Torino, Udine e Venezia) c’è anche Trieste. Appuntamento alle 18, in piazza della Borsa.

“Dopo anni di lotte da parte della comunità sorda e in occasione della Giornata mondiale dei sordi che si terrà oggi ad Alba, sordi e udenti organizzano insieme un pomeriggio di visibilità, divertimento e rivendicazione. Siamo stanchi - scrivono in una nota - di aspettare le numerose deroghe da parte del governo, vogliamo che la lingua dei segni diventi seconda lingua nazionale, che il ruolo dell’interprete Lis venga riconosciuto e che l’assistente alla comunicazione abbia un inquadramento professionale chiaro e fuori dalle logiche della precarietà”.

Pensate: nonostante i ripetuti richiami da parte dell’Unione europea, l’Italia è uno di quei pochi Paesi in Europa che non riconosce ancora la lingua dei segni e le figure professionali a essa correlate. Diverse sono state le proposte portate alla Camera e al Senato, alcune presentate direttamente dall’Ente nazionale sordi e dal Movimento LisSubito che però hanno subito modifiche e slittamenti sino a ottenere testi che non avevano e non hanno nulla a che fare con ciò che serve alla comunità sorda. “La Lis - prosegue la nota - non è un linguaggio mimico gestuale, ma una vera e propria lingua, con la sua storia, grammatica e cultura; imparare la Lis non limita l’acquisizione della lingua vocale anzi la supporta, così come molti studi in merito ormai hanno comprovato”.

Ma non è solo la Lis che si vuole riconosciuta, sono pure i servizi. “Vogliamo il riconoscimento della figura professionale dell’interprete, così come accade negli altri Paesi, con una formazione adeguata ed equiparata in tutta Italia, con un riconoscimento statale, un inserimento lavorativo nelle istituzioni e nei servizi sociali”. Un altro anello di congiunzione importante fra la Lis e l’italiano vocale è l’assistente alla comunicazione (udente e sordo) che lavora nelle scuole con gli alunni sordi. “Chiediamo una scuola bilingue in cui, in presenza di allievi sordi, si predisponga un numero congruo di ore di laboratorio di Lis da rendere obbligatorio per tutti gli studenti sia sordi che udenti”. Per aderire alla campagna cliccate su http://counselis.it/news/flash-mob-per-la-lis.

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