Festa scout all’Ostello Alpe Adria per i trent’anni dell’Amis

Domenica il raduno Prosecco aperto a tutti. Si potrà visitare anche il piccolo museo che raccoglie le storie degli esuli che abitarono il “villaggio”

TRIESTE Un appuntamento conviviale, per mangiare insieme e stare all’aria aperta, ma anche per celebrare un anniversario importante e per dare alla cittadinanza la possibilità di saperne di più sulle vicende di un sito storico e delle persone che lo hanno animato e popolato. Anche quest’anno l’Amis-Amici delle iniziative scout, nella sua grande festa per celebrare il patrono San Giorgio, apre a tutti gli interessati gli spazi dell’Ostello Alpe Adria, a Prosecco 381, località Campo Sacro.

Il raduno si svolge domenica 13 maggio, dalle 12, anche per la grigliata organizzata dai “Rover”. Non mancheranno la tradizionale gara per la torta più buona, più grande e più bella e “L’angolo della solidarietà”, con libri usati e dischi in vinile. Dalle 15.30 alle 16 si svolgerà il “quadrato finale”, con la premiazione delle “Pattuglie” e delle “Mute” vincitrici del “San Giorgio” e verrà rinnovata la promessa scout per giovani e adulti.

L’appuntamento sarà anche un’occasione, per l’Amis, di celebrare i trent’anni dalla sua fondazione. L’atto costitutivo, formalmente, è stato firmato nel giugno del 1988 e alla festa una medaglia-ricordo sarà consegnata ai soci fondatori. Dalle 12 si potrà visitare anche il piccolo museo della memoria dedicato in particolare alle famiglie che, dove oggi sorge l’Ostello Alpe Adria, hanno vissuto nel periodo successivo all’esodo post-bellico. Documenti topografici, foto e oggetti di uso comune spazieranno dagli anni ’40 agli anni ’80. «Le sale del piccolo museo - spiega Fabiano Mazzarella, presidente dell’Amis - sono intitolate ad Armando Rossi, storico custode del campo, e alla moglie Antonietta, per il grande impegno profuso nella cura e crescita dell’area». Le costruzioni che oggi ospitano l’ostello risalgono al 1945. Gli Alleati trovarono strategico stabilirvi una base di sorveglianza. Ma dal ’47 le abitazioni furono impiegate per i profughi dall’Istria e dalla Dalmazia, circa 300, in quello che si trasformò in un villaggio.

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