Eva Cantarella anticipa èStoria «Romani dominatori in amore»
Parte da lontano l’edizione numero quindici di èStoria, che quest’anno ha per titolo “Famiglie”. Oggi, infatti, alle 20.30, al teatro Verdi di Gorizia, per l’anteprima della kermesse in programma dal 23 al 26 maggio, Eva Cantarella, storica dell’antichità e del diritto, sarà impegnata a conversare con Alessio Sokol (docente liceale di latino e greco) riguardo a “Famiglie di dèi, uomini ed eroi”. Sempre oggi, il programma della 15° edizione di èStoria sarà svelato per intero.
Professoressa Cantarella, su cosa incentrerà la sua conferenza?
«Sull’antichità e sulla famiglia nell’antichità, specie di epoca romana, in quanto è quella da cui discende la famiglia patriarcale che per millenni ha segnato praticamente la vita di tutti noi e che ha lasciato ancora qualche traccia nonostante sia da pochi anni scomparsa: dall’ultima riforma del diritto di famiglia. Sembra che l’unica forma di famiglia felice, e, secondo alcuni, l’unica forma di famiglia possibile, sia quella che oggi rimpiangiamo, e invece, se la conosciamo bene, non dobbiamo rimpiangere troppo».
Il suo ultimo libro s’intitola “Gli amori degli altri. Tra cielo e terra, da Zeus a Cesare” (La Nave di Teseo). Quanto l’amore risente della cultura, dell’epoca in cui si manifesta?
«L’amore non cambia radicalmente, ma cambia il suo modo di sentirlo, di manifestarlo, anche se c’è chi crede che sia un fenomeno che va al di là della storia. C’è un’altra teoria, invece, secondo cui anche i sentimenti vivono nel tempo. Io faccio parte di quelli che credono nella seconda teoria e nel mio libro, attraverso esempi, ho cercato di dimostrarlo facendo vedere quanto l’amore vissuto oggi sia diverso da quello degli antichi Greci e Romani. Non solo: anche tra gli stessi Greci e Romani era differente».
Quali sono le differenze tra l’amore della Grecia e della Roma antiche rispetto a quello dei giorni nostri?
«La principale, da cui discendono quasi tutte, è che loro erano pagani, noi da due millenni almeno siamo cristiani. Si tratta di una differenza che dimentichiamo sempre».
E quali differenze ci sono tra l’amore nell’antica Grecia e quello nell’antica Roma?
«È una questione più complicata. La più grande differenza è dovuta alla concezione politica che avevano i Romani, che erano i conquistatori del mondo e anche in campo sentimentale esprimevano questa idea di dominio, di potere e, naturalmente, anche di arroganza. In ciò risultavano molto diversi dai Greci, che sono stati sì un po’ imperialisti, ma per poco tempo: i Romani imperialisti lo sono stati con successo, perché hanno conquistato veramente il mondo, quindi la loro mentalità è - non sarebbe giusto definirla “prepotente” - ma in modo radicato molto legata alla loro concezione del potere». —
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