Esce “Dopo il matrimonio” un remake tutto al femminile

Il film di Bart Freundlich 14 anni dopo quello di Susanne Bier che ottenne la nomination all’Oscar. Nel cast Julianne Moore e MIchelle Williams

ROMA

Ci voleva autentico coraggio nel fare un remake di 'Dopo il matrimonio’, film che ha portato la regista danese Susanne Bier alla nomination all'Oscar nel 2007. Coraggio perché quello della Bier era ed è un film perfetto, un vero capolavoro con un impianto drammaturgico originale e tragico che non perde un colpo. A mettere le mani a questa impresa quattordici anni dopo è stato, lasciando lo stesso titolo ma cambiando il genere dei protagonisti e declinando così tutto al femminile, Bart Freundlich, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. Il film, distribuito da Lucky Red e che dal 30 maggio sarà su MioCinema.it e su Sky Primafila, racconta sempre la stessa grande storia d'amore, ma soprattutto in questa nuova versione il grande coraggio di due donne diverse quanto simili. La prima, Theresa Young (Julianne Moore), è una manager di successo sposata con un artista, Oscar Carlson (Billy Crudup), da cui ha avuto due gemelli e che sta preparando il matrimonio dell'amata figlia del marito, Grace (Abby Quinn); l'altra, Isabel (Michelle Williams), è invece un'idealista, una donna sola che ha dedicato tutta la vita a un orfanotrofio in India ormai privo di fondi.

Ora, per un motivo difficile da spiegare senza fare spoiler, quest'ultima arrivata dall'India a New York è invitata al matrimonio da Theresa che, tra l'altro, sembra già pronta a staccare un cospicuo assegno per il suo amato orfanotrofio. Non solo, nel segno di un passato dei protagonisti che torna con grande forza, si scoprirà che Isabel conosce bene il marito di Theresa e che tutti quei personaggi riuniti non a caso in quel matrimonio sono lì per adempiere a un destino necessario. «La storia originale era del tutto diversa da quelle a cui avevo lavorato prima - spiega il regista, marito della Moore -. Aveva infatti molti livelli di lettura e davvero tanti personaggi diversi e tridimensionali. Era così un'ottima opportunità per raccontare cosa significa per queste due donne dover prendere delle decisioni di una portata così grande e doverne poi affrontare le numerose conseguenze». —

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