Erica, un anno in “Barcastop”: «17 mila miglia per rinascere»

La giovane cadorina amante della vela, con una vita frenetica fra Italia e Cina, ha mollato tutto per un anno: passaggi in mare in cambio di lavoro a bordo DOMENICA 6 OTTOBRE ALLE 11.15 AL CASTELLO DI SAN GIUSTO

TRIESTE Lasciare tutto e partire per un anno, alla scoperta del mondo, viaggiando in barca a vela, chiedendo passaggi in cambio di aiuto a bordo. Una sorta di autostop. Via mare. È l’avventura di Erica Giopp, che ha mollato famiglia, lavoro, amici e fidanzato e ha veleggiato per 17 mila miglia, vivendo esperienze straordinarie e collezionando aneddoti e storie lungo un percorso ricco di emozioni, condito da inevitabili imprevisti, raccontati sempre con ironia.

Viaggio diventato un libro, “Un anno in Barcastop” (edizione AlpineStudio), che sarà presentato domenica 6 ottobre, alle 11.15 al castello di San Giusto, durante il festival letterario “Barcolana- un mare di racconti”. A dialogare con l’autrice sarà il vicedirettore de Il Piccolo, Alberto Bollis.

È il 2015 quando Erica, allora 26 anni, originaria di Pieve di Cadore, laureata in Studi orientali, vive a Roma, con un’occupazione stabile, per un tour operator grazie al quale lavora tra Italia e Cina. «Da 4 anni ero impegnata giorno e notte, tutto molto interessante e formativo, ma non avevo mai un minuto di tempo libero – racconta – ero sempre connessa, sempre operativa. Mi sono resa conto che con questi ritmi sarei arrivata a 30 anni perdendo le mie passioni, tra le quali la barca a vela. Anche alla luce di un viaggio simile fatto da un amico, nel 2015 mi sono presa un anno per prepararmi e nell’ottobre 2016 sono partita. Imbarco in Spagna».

Tanti i ricordi collezionati nei 12 mesi di spostamenti continui tra Atlantico e Pacifico. «Le sensazioni più belle? In pieno oceano, di notte, sotto le stelle, un senso di profonda libertà. Ma sono stati speciali anche altri momenti, gli incontri fatti nella Polinesia francese, la vita sugli atolli, l’arrivo sulla terra ferma dopo la traversata atlantica, un ragazzo milanese conosciuto ai Caraibi».

Il racconto di Erica passa attraverso tante giornate lavoro, qualche intossicazione alimentare, poche ore di sonno, paesaggi mozzafiato, tramonti sul mare e scorci che mai dimenticherà. Ora è rientrata al lavoro, anche se da free lance, per gestire meglio il suo tempo e la sua vita. «Sono tornata per provare a restare – sottolinea – penso d’aver confermato a me stessa che partendo non si superano le difficoltà. Gli eroi sono quelli che restano, che combattono ogni giorno. Sono ripartita forte del bagaglio d’esperienze raccolte in un anno in giro per mare, con la volontà di costruire qualcosa in Italia, che penso sia il Paese più bello del mondo. E non è una banalità». —

 

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