Elena Ferrante, un mistero infinito. Adesso spunta Anita Raja

Neanche finito di dare la parola a un gruppo di esperti, e subito il caso Elena Ferrante ritorna in ballo. Una settimana fa, Michele A. Cortelazzo annunciava dalle pagine culturali de “Il Piccolo”...

Neanche finito di dare la parola a un gruppo di esperti, e subito il caso Elena Ferrante ritorna in ballo. Una settimana fa, Michele A. Cortelazzo annunciava dalle pagine culturali de “Il Piccolo” che un gruppo di studiosi era arrivato a ipotizzare con buona certezza chi potesse nascondersi dietro la misteriosa scrittrice de “L’amore molesto”, “I giorni dell’abbandono” e la quadrilogia della “Amica geniale”. Arjuna Tuzzi, statistica dell'Università di Padova, aveva presentato al congresso dei linguisti di Treviri una ricerca (anche a nome anche di Stefano Ondelli, professore di linguistica italiana all'Università di Trieste, dello statistico friulano Paolo Nadalutti e dello stesso Cortelazzo) in cui annunciava che, dopo approfonditi studi, l’identità della Ferrante sembrava coincidere con quella del marito scrittore Domenico Starnone.

Ierti, le carte sono tornate a mescolarsi. Perché l’inserto “Domenica” del “Sole 24 Ore” ha decso di raccontare quello che già si vociferava alla cerimonia di premiazione del Premio Strega 2015. Ovvero, che a scrivbere i libri di Elena Ferrante fosse Anita Raja, ottima traduttrice e moglie dello scrittore Domenico Starnone.

In un’inchiesta dettagliata, condotta insieme alla tedesca Faz, la “New York Review of Books” e i giornalisti francesi di Mediapart, la “Domenica” ha analizzato il boom di introiti registrato dalla casa editrice e/o - che ha pubblicato tutti i libri di Elena Ferrante, compresa la tetralogia - e quelli della Raja, formalmente solo una traduttrice dal tedesco che lavora come freelance.

Il lungo articolo smentisce anche le malelingue secondo cui la vera mano dietro il successo planetario della Ferrante sarebbe quella dello stesso Starnone: negli anni il suo reddito non è cambiato in modo da giustificare le voci, mentre i compensi versati dalla casa editrice di Sandra Ozzola e Sandro Ferri alla Raja sono aumentati del 150 per cento in pochissimi anni.

Le rivelazioni del “Sole” hanno suscitato profonda eco tra colleghi e ammiratori della Ferrante. Ma il sentimento prevalente sembra quello secondo il quale conoscere l'identità non avrà alcuna influenza nel giudizio sull'opera. Come dice Erri De Luca, interpellato dall'Adnkronos, «ai lettori non interessa l'identità, ma l'opera, leggerla. Questa sorta di indagini patrimoniali - aggiunge polemicamente lo scrittore - farebbero bene a svolgerle per stanare gli evasori invece degli autori».

Insomma, ancora una volta Elena Ferrante esce perfettamente indenne da tutto questo polverone. Sarà Anita Raja o domenico Starnone? Forse ha ragione Erri De Luca: non importa a nessuno. Fino a quando continuerà a scrivere ottimi libri

Pietro Serio

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