È ora di far la festa alla Befana che in Carnia è un’acrobata

Ultima protagonista del festoso periodo natalizio, l'Epifania porta in regione antichi riti e celebrazioni. Si va da spettacolari pire di origine celtica a rievocazioni storiche di tradizione medievale.
Elemento fortemente caratterizzante è il fuoco, utilizzato soprattutto con fini propiziatori. Come nel caso dei tipici “pignarûi” friulani, spettacolari falò, detti anche “panevìn”, “foghere” o “magia”, accesi in molti borghi per scacciare i brutti ricordi dell’anno appena finito e trarre auspici sui mesi futuri.
Fra i più suggestivi c'è il “Pignarûl Grant” di Tarcento, che arde su un’altura tra le rovine del Cjastelàt (Castello), alle spalle di Udine. All’imbrunire del 5 gennaio un corteo di centinaia di figuranti in costume medievale percorre le strade del paese fino ai piedi del Colle di Coia, dove il vecchio venerando, metà druido e metà sacerdote, accende il rogo. Segue uno spettacolo pirotecnico mentre altri e più piccoli falò brillano nelle frazioni vicine creando coreografie luminose. A concludere la festa i rappresentanti delle borgate (pignarûlars), muniti di fiaccola, partecipano alla spettacolare Corsa dei carri infuocati per conquistare il Palio.?
Durante i due giorni di festeggiamenti sono previsti anche spettacoli musicali e intrattenimenti a cura di gruppi musicali e sbandieratori, chioschi enogastronomici, un mercatino degli hobbisti, il mercato del contadino e una mostra a palazzo Frangipane.
Fuochi epifanici illuminano inoltre le notti di Cassacco (il falò più alto della regione), Buttrio, Andreis, Arta Terme, Arba, Tricesimo e Latisana, dove sono previste animazioni con giocolieri e sputafuoco, dolci caratteristici e cioccolata calda. A Fagagna il pignarul viene acceso in collina dopo che una romantica fiaccolata ha attraversato il borgo del castello. A Roveredo in Piano il tradizionale Falò dell’Epifania si tiene dopo il Processo alla Vecja mentre a San Giovanni di Livenza il paese si raccoglie attorno al calore del fuoco per un momento di folklore con vecchi canti popolari e racconti di un passato che fu. Suggestiva è, infine, la Foghera di Pertegada, allestita su una piattaforma in mezzo al fiume Tagliamento e accesa dal fuoco delle canoe.
A Forni di Sopra la sera del 5 gennaio la “Befana cul Firâl” scende dal Campanile della Chiesa Parrocchiale di Cella, il più alto della Carnia con i suoi 46 metri, munita di scopa, gerla di doni e firâl, un antico lampioncino. I volontari del Soccorso Alpino intrattengono il pubblico con ardite discese in corda doppia lungo le pareti del campanile. Sempre in Carnia, i giovani di Comeglians e Pesariis si dedicano alla tradizione epifanica de “Las Cidules”: dalla cima di alture, accompagnate da frasi beneauguranti legate soprattutto all’amore, vengono lanciate delle rotelle di legno infuocate che illuminano la nottata con imprevedibili traiettorie. ?
A Gemona, nel romanico-gotico Duomo di Santa Maria Assunta, il 6 gennaio si svolge invece la messa dedicata all’Epifania del Tallero, anch'essa di origine medievale e ricca di immutati gesti rituali. Da secoli, la Magnifica Comunità di Gemona consegna l'antica moneta nelle mani del Capitano del Popolo, il corteo storicamente abbigliato di nobili e guardie precede e segue la celebrazione, mentre l’animazione e l’esibizione di musici nelle suggestive vie del centro storico sono motivo di curiosità e interesse, in particolare per gli appassionati del periodo medievale.
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