E la diva Monica Bellucci conquista tutti FT/VD

Nel film di Kusturica è una donna in fuga nei Balcani in guerra: «Ho scelto un approccio umano e artistico, non politico»
Monica Bellucci ieri sera al Trieste Film Festival (fotografia di Andrea Lasorte)
Monica Bellucci ieri sera al Trieste Film Festival (fotografia di Andrea Lasorte)

TRIESTE «Sono onorata di ricevere questo premio, che mi ha permesso di conoscere Trieste, una città meravigliosa...». In un mondo di “celebrities” intente ad aggiornare costantemente il loro profilo Instagram, Monica Bellucci è una delle poche vere dive rimaste, attorniata di quell'alone di mistero e fascino che solo il vero divismo possiede. Come fa? «Tengo separati il personaggio pubblico e la persona privata. E la mia famiglia non fa parte dello show», dice sicura.

L'attrice è arrivata in città ospite del Trieste Film Festival, dove ha presentato "On the milky road" di Emir Kusturica (nelle sale ad aprile) e ha ricevuto ieri sera, in una Sala Tripcovich strapiena e pronta all’applauso, il premio Eastern Star Award per una personalità del mondo del cinema che ha contribuito a gettare un ponte tra l'Europa dell'Est e dell'Ovest.

Monica Bellucci premiata al Trieste Film Festival

Se non avesse fatto l'attrice, rivela, «avrei scelto un lavoro legato ai bambini, magari l'insegnante d'asilo o l'ostetrica». Invece è sulle scene della moda e del cinema da più di trent'anni. Il film di Kusturica, dove Monica recita in serbo il ruolo di una donna in fuga nei Balcani in guerra, che s'innamora di un altro "borderline" interpretato dal regista stesso, è l'ultimo approdo di una carriera che va da Marco Risi ("L'ultimo capodanno") e Gabriele Muccino ("Ricordati di me") al cinema francese più provocatorio ("Dobermann" di Jan Kounen, "Irréversible" di Gaspar Noé), dai grandi autori ("Malena" e "Baarìa" di Giuseppe Tornatore, "Lei mi odia" di Spike Lee, "I fratelli Grimm e l'incantevole strega" di Terry Gilliam) a James Bond in "Spectre", passando persino per due "Matrix".

Monica Bellucci: "La bellezza va alimentata, purché non sia solo quella del corpo"

La vedremo anche nel sequel di "Twin Peaks" di David Lynch: «Sono alle prime esperienze con la tv: è stato interessante. Dà immediatezza con il pubblico, però non ci può essere quel rapporto intimista col regista che si crea al cinema».

Com'è stato entrare nell'immaginario di Kusturica?

«È uno degli artisti più eclettici che abbia mai incontrato - spiega -. Mi ha colpito la storia d'amore così potente, con momenti surreali, una grande poesia e scenografie meravigliose. Uno dei momenti più belli del film è quando vado a casa del personaggio di Emir a dirgli perché lo amo. Le parole sono poche ma c'è una grande intensità. L'amore per me trascina l'esistenza».

Questa è la storia d'amore tra due persone adulte...

«Lei è in fuga, lui ha perso la famiglia: non si aspettano più niente dalla vita, ma quando s'incontrano sentono che qualcosa di magico può nascere. Il film è un inno alla speranza, a credere all'amore anche quando non si è più giovani. A 20 anni l'amore è fatto di istinto e di ormoni, qui raccontiamo quando l'impulso scatta nel nome del sentimento».

Su Sky Atlantic la vedremo conquistare un uomo più giovane, Gael Garcia Bernal, nella terza stagione della serie "Mozart in the jungle".

«Interpreto una cantante d'opera che si ritira ma, grazie a questo giovane, ha voglia di ritornare sulle scene e ritrova la sua femminilità. Mi piacciono le commedie come queste che diventano metafora per raccontare le cose tragiche della vita».

On The Milky Road di Emir Kusturica , il trailer - Trieste Film Festival 2017

Come si vive da diva in una società dove la rete ci dà l'illusione di sapere tutto di tutti?

«Tenendo separati il personaggio pubblico dalla persona privata. Una parte di me è molto bisognosa di quotidianità, ma il mestiere che faccio non è una coincidenza: ho bisogno anche di emozioni forti che mi fanno volare. E con Kusturica è stata una vera avventura. Abbiamo lavorato ogni estate per tre anni. Mi sono ritrovata cose incredibili, tipo buttarmi nell'acqua gelata da 5 metri d'altezza. Io che non faccio neanche ginnastica. I grandi registi sono un po' come dei veggenti: ti propongono ruoli che non ti aspetti. Kusturica ha capito che sarei riuscita a recitare in serbo».

Che idea si è fatta della guerra nei Balcani e delle posizioni politiche di Kusturica?

«I Balcani sono una terra bella ma di grande dolore, colonizzata da tante potenze che hanno cercato di spersonalizzarla. È molto difficile giudicare da fuori quello che è successo, in realtà tutti ne sappiamo poco. Per il film ho scelto un approccio umano e artistico, non politico, e lo stesso con Kusturica».

Le fa piacere rappresentare un modello per tante donne?

«Faccio questo lavoro perché delle donne hanno rappresentato qualcosa per me, da Rita Levi Montalcini ad Anna Magnani. Abbiamo bisogno di riferimenti, anch'io ho scelto i miei modelli».

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