Dapporto e Solenghi barbieri gay a Londra

Sabato al Verdi di Gorizia va in scena “Quei due”, commedia amara sull’omosessualità negli anni Sessanta
Di Edoardo Marchi

Harry e Charlie, ossia due barbieri omosessuali della periferia londinese di fine anni Sessanta. Sulla scena saranno Massimo Dapporto e Tullio Solenghi, protagonisti di "Quei due" (di Charles Dyer), sabato 4 febbraio al teatro Verdi del capoluogo isontino, a concludere il 26.mo festival "Castello di Gorizia. Premio Francesco Macedonio" organizzato dal Collettivo Terzo Teatro. A partire dalle 20.45 si potrà assistere alle premiazioni del festival. Quindi, comincerà lo spettacolo.

«Io e Massimo siamo amici da una vita - racconta Solenghi - e ci siamo sempre incontrati e rincontrati con la voglia di lavorare assieme ma mai era capitata l'occasione per farlo. Ognuno di noi era sempre in tutt'altre faccende affaccendato. Finalmente, con questo spettacolo si è concretizzata l'intenzione che avevamo da tempo». Gli fa eco Dapporto: «Sì, ci conosciamo da quasi quarant'anni. E ci stiamo trovando molto bene a lavorare assieme. Sulla scena abbiamo sempre il rispetto uno dell'altro: in fondo, non ci sono monologhi ma ci si deve passare la palla. E perché tutto funzioni bene di attriti non ce ne devono essere. Sia io che Tullio abbiamo un'ironia che portiamo anche nello spettacolo e che ci fa, sul palco, giocare tra noi».

Per favorire l'incontro tra i due popolari attori determinante è stato, appunto, "Quei due". «È il secondo anno che lo proponiamo - racconta Dapporto -. Ormai è stato fatto un ottimo rodaggio, siamo preparatissimi. Sappiamo già quali saranno le reazioni del pubblico e non c'è stata una sera in cui non abbiamo ottenuto successo probabilmente perché di spettacoli così convincenti in giro non ce ne sono molti. Purtroppo, questo spettacolo finirà e sì che poteva girare l'Italia ancora a lungo ma nel teatro non ci son più le sicurezze di un tempo: i problemi economici sono noti». Ma di cosa tratta lo spettacolo? «È la giornata tipo di una coppia di barbieri gay inglesi della fine degli anni Sessanta - afferma Solenghi -. Un attore fallito si trova a lavorare nel negozio di barbiere del suo compagno che gli insegna il mestiere. Ma in ciò grava il sospetto di uno scandalo: l'ex attore si è esibito in un locale pubblico en travesti finendo tra le ginocchia di un giovanotto. Non è nulla di così trasgressivo ma la commedia risente del clima in cui è scritta: nella civilissima Inghilterra esisteva ancora una legge che giudicava l'omosessualità un reato. Di questa legge, in tempi diversi, fecero le spese Oscar Wilde e Alan Turing (uno dei padri dell'informatica). Comunque, la versione originale è un po' più cupa rispetto a quella che presentiamo noi, connotata da tratti molto ironici». Rispetto all'originale, lo spettacolo che approda a Gorizia per la regia di Roberto Valerio è nella riduzione di Massimo Dapporto; alla messinscena ha contribuito anche Solenghi. Data la loro popolarità, al di là di "Quei due" non si può non chiedere ai due attori uno sguardo sui loro progetti. «Uno spettacolo teatrale e la Tv - dice Dapporto -. Di progetti ce ne sono eccome ma quando se ne parla tanto è la vera volta che non se ne fa nulla. La Tv mi manca, certo, almeno se penso a quella che facevo io: c’erano prodotti di qualità mentre ora sono piuttosto scarsi. Potrà sembrare un discorso venale ma quando non ci sono i soldi cala anche la qualità dei prodotti». Quanto a Solenghi, «tra i progetti c'è un ritorno in coppia con Massimo Lopez: stiamo preparando una sorta di one man show che con l'occasione diventerà un two men show con quattro musicisti sul palco. Sarà un racconto delle nostre avventure artistiche e non mancheranno ricordi del Trio e situazioni musicali. Ecco, sarà un compendio di ciò che in questi anni abbiamo fatto sul palcoscenico e in Tv».

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