Dalle Crociate alla caduta di Napoleone accompagnati da Alessandro Barbero: in edicola con Il Piccolo
Con il nostro giornale 12 volumi dello storico più popolare d’Italia: giovedì 6 maggio la prima uscita con “Waterloo”
TRIESTE Da Napoleone alle Crociate dei prodi vercellesi, dalle invasioni barbariche alla battaglia di Lepanto, Alessandro Barbero ci accompagna con dodici dei suoi libri più celebri in una grande carrellata storica. Si comincia con La battaglia. Storia di Waterloo, in vendita domani – giovedì 6 maggio – con il nostro quotidiano, a 9,90 euro più il prezzo del giornale; gli altri seguiranno, sempre nello stesso giorno, ogni settimana. E all’indomani del 5 maggio la prima tappa non poteva non riguardare la grande ombra di Napoleone, personaggio sicuramente caro allo storico, da sempre molto attento allo snodo fra Sette e Ottocento cui ha dedicato anche il suo primo romanzo, Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, che nel 1996 lo vide esordiente vincere lo Strega. Il suo exploit fu allora una sorpresa, ma presto si capì che era solo l’inizio di un percorso atipico nella cultura italiana: quello di uno studioso che è anche uno scrittore.
Barbero è diventato l’emblema di una «narrazione» storica che riesce a essere tale senza abdicare alla serietà della ricerca; e che ha dimostrato di funzionare benissimo anche con l’affermarsi dei nuovi media. Le sue lezioni, registrate in gran parte al Festival della Mente, raccolgono su YouTube centinaia di migliaia di visualizzazioni, fenomeno unico anche considerato che l’autore non ha profili social. Lo stesso vale per gli interventi televisivi, e per i libri, siano essi saggi o narrazioni romanzesche: si pensi al corposo lavoro su Dante (Laterza), che domina da mesi le classifiche, e al recentissimo Alabama (Sellerio, un romanzo dedicato alla guerra civile negli Stati Uniti), che in pochi giorni è già tra i più venduti.
La guerra è uno dei grandi temi di Barbero, che ritroviamo nei più noti tra i dodici libri in uscita con questo giornale. E spesso della guerra si individua un punto focale in una sola battaglia, come avviene appunto in Waterloo dove protagonisti sono non i generali ma i soldati, militari di ogni nazione, in una prospettiva ormai europea. Combattuta il 18 giugno 1815 dall’Imperatore contro gli eserciti della coalizione anglo-prussiana, fu uno scontro feroce e segnò la definitiva sconfitta di Napoleone, seguita dall’esilio a Sant’Elena. Fu anche un punto di svolta nella storia d’Europa, forse non del tutto nel senso che intesero i vincitori. Lo stesso può dirsi di Lepanto. La battaglia dei tre imperi, dove lo storico analizza e racconta non tanto lo scontro tra le flotte cristiana e turca, ma il lungo lavorio politico e «culturale» che lo precedette. E ancora, risalendo nel tempo, analoga prospettiva è in 9 agosto 378. Il giorno dei barbari, dedicato alla battaglia di Adrianopoli – quando i Visigoti distrussero l’esercito di Bisanzio - e alle sue ricadute di lunga durata nell’antichità e nel Medioevo.
Un altro tema, anch’esso ben presente nella scelta di questa collana, è la vita quotidiana, che si affaccia in molte opere, e in modo esplicito in Donne madonne mercanti e cavalieri. Sei storie medievali; ma anche, con diversa angolatura, nel saggio su Carlo Magno. Barbero ha dichiarato spesso a questo proposito la sua ammirazione per Le Goff e la scuola delle Annales, e ci ha spesso raccontato la storia «evenemenziale» di vicende in apparenza minime, dall’orario dei pasti nelle diverse epoche ai vezzi dei Grandi, come il tentativo di suicidio che azzardò Cavour se il padre non gli avesse prestato l’equivalente di mezzo milione di euro per coprire i debiti di borsa.
Con la stessa passione e scioltezza si dedica, da piemontese, alle «vicende di casa»: non solo in Terre d'acqua. I vercellesi all’epoca delle Crociate (il volume che concluderà la serie) ma anche ad esempio nella ricostruzione di un episodio in apparenza controverso. Si tratta dell’imprigionamento di soldati e ufficiali borbonici nella fortezza di Fenestrelle, diventato in anni recenti un vero e proprio calderone di fake news. La «congiura» che dà titolo al libro è quella moderna costruita intorno ai fatti, da smascherare riportando alla luce gli elementi storici, ma anche da studiare in sé come processo evidente di creazione d’un mito politico: non senza un ironico sorriso. —
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