Dalla bossa nova al Premio De André, Chiara Effe debutta in concerto Trieste
TRIESTE Ha vinto il Premio De André 2018 con il brano “La strada dei giardini”, tributo alla sua città e al quartiere nel quale è cresciuta. Da Cagliari stasera, alle 20.30, arriva per la prima volta a Trieste al Dai Dai Club, Chiara Effe, al secolo Chiara Figus. Laureata in Lettere e in Etnomusicologia, attualmente studia canto jazz al Conservatorio di Cagliari. Ama definirsi cantautrice e affonda le proprie radici musicali nella bossa nova, nello swing e nella canzone d’autore italiana. Il suo primo disco, “Via Aquilone”, è stato anticipato dal singolo “Il jazzista”, ironico e affettuoso omaggio alla figura del musicista jazz. Il cd contiene dodici brani originali composti e arrangiati dalla cantante per Altrove Produzioni che presenterà dal vivo nel locale di strada di Guardiella. Ma ci sarà spazio anche per altre produzioni.
«Non preparo mai una scaletta. Il repertorio che porto a spasso per l’Italia - anticipa la cantautrice sarda - è composto da canzoni che ho scritto nel tempo, che parlano di tante cose e tanti personaggi, rispecchiano ciò che sono o ciò che vorrei essere. Quindi, al contrario, penso “chissà che scaletta mi verrà ispirata dal pubblico triestino”».
Via Aquilone è il luogo dove ha composto tutte le canzoni del disco. «“Via Aquilone” è un disco che ha qualche anno, che racconta ciò che ero e ciò che ancora in qualche modo sono. Si chiama così perché ha il nome della via in cui ho abitato nel periodo in cui ho scritto i brani contenuti». Ha dedicato una canzone al jazz: cosa rappresenta per lei? “È una presa in giro ironica e affettuosa alla maggior parte dei miei musicisti... jazzisti appunto. È una musica che ho studiato, amato, odiato e amato nuovamente» Si riconosce maggiormente nella bossa nova, nello swing o nella canzone d’autore? «Non c’è niente che preferisco. Tutte queste musiche fanno parte di me per ragioni diverse e sono arrivate anche in momenti diversi della mia vita». Quanta Sardegna c’è nella sua musica? «La terra in cui sono cresciuta è presente nella mia pelle, nelle mie mani, nella mia voce. Sono sarda quando compongo, quando parlo, quando canto: sempre». Vincere un premio dedicato a De André cos’ha significato per lei? «De André per me è una religione. Anche quando faccio il mio repertorio, non posso fare a meno di inserire un pezzo o una citazione di De André. Ricevere entrambi i premi, sia della giuria che del pubblico, è stata un’emozione indescrivibile». —
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