Da quell’ostia profanata partì la caccia all’ebreo

TRIESTE Si intitola “L'accusa del sangue. A partire dalla predella sul "Miracolo dell'Ostia profanata" di paolo Uccello” la lezione che Anna Foa (professoressa di Storia moderna all'Università di Roma La Sapienza) terrà domenica 21 febbraio a Trieste. Quinto incontro del ciclo “La Storia nell’Arte”, organizzato dal Comune di Trieste con gli Editori Laterza e “Il Piccolo”, con il contributo di AcegasApsAmga del gruppo Hera e Fondazione CRTrieste, prenderà il via alle 11 al Teatro Verdi. Presenta il caposervizio della Cultura del Piccolo Alessandro Mezzena Lona. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti. Sul nostro sito ci sarà la diretta streaming.
TRIESTE Un ebreo profana l’ostia consacrata, così avvalorando un’accusa diffusa in Europa a partire dal Medioevo, un’accusa che costerà alle comunità ebraiche roghi ed espulsioni. Da queste immagini emerge la natura di questo stereotipo molto vicino, nella sua struttura simbolica, all’analoga accusa, di nuovo rivolta agli ebrei, di omicidio rituale.
La prima accusa documentata di questo tipo è quella di Norwich, in Inghilterra, del 1144, probabile invenzione di un monaco che aveva l’intento di dotare l’abbazia di un nuovo santo. Secondo l’accusa gli ebrei sarebbero soliti, nei giorni della loro Pasqua, uccidere ritualmente un bambino cristiano per usarne il sangue a scopo magico, medicinale o per mescolarlo al pane azzimo.
Molto diffusa in area tedesca, spagnola e francese, l’accusa conobbe minor fortuna in Italia. Mentre l’accusa di sacrilegio dell’ostia non fu mai contestata formalmente dalla chiesa, quella di omicidio rituale lo fu invece molto spesso, come dimostra la Bolla di Innocenzo IV del 1247, dove la si confuta attribuendola all’avidità di impadronirsi delle ricchezze degli ebrei.
Destinate a scomparire, anche se non del tutto, fra 1600 e 1700, le accuse riemersero nel 1800. Alla fine dell’Ottocento, infatti, mentre numerosi processi per omicidio rituale si svolgevano in Europa orientale, le accuse sono riprese dalla pubblicistica cattolica e fin dalla rivista dei gesuiti “La civiltà cattolica”. Con l’inizio del nuovo secolo, sotto Pio X, la propaganda di questo genere sembra fermarsi. La riprendono con forza i nazisti. Ma come e perché si originano simili credenze? Quale lo scopo di alimentare il pregiudizio utilizzando ogni forma di “propaganda” e comunicazione?
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo