Da Conegliano verso Rolle e Callagù tra i vigneti “eroici”

Da molti secoli qui si coltiva la Glera, vite madre del Prosecco Luoghi di straordinaria bellezza, candidati a patrimonio Unesco
Di Federica Marchesich

Appena ci si lascia alle spalle la città di Conegliano si apre alla vista un paesaggio collinare frastagliato, una serie di increspature nate dall'attività tettonica di milioni di anni fa. Assecondando la natura dei declivi e in armonia con i boschi circostanti su queste alte colline tra la zona di Conegliano e Valdobbiadene molti secoli fa l'uomo ha insediato la coltivazione della Glera, vite madre del Prosecco. Oggi queste terre di viticoltura eroica del Prosecco Superiore D.O.C.G. sono candidate a diventare Patrimonio Universale dell'Umanità, riconoscimento assegnato dall'Unesco. Il riconoscimento ambito è quello di "paesaggio culturale" in cui l'uomo è stato capace di saper cogliere l'essenza di un territorio unendovi la caparbietà di aiutarlo ad esprimere prodotti di straordinaria eccellenza, agendo anche in situazioni estreme pur di liberare le potenzialità nascoste, e quindi inespresse, dei luoghi.

Tutta la zona non è meta di turismo di massa, il che permette un'esplorazione in gran tranquillità e numerose soste per foto mozzafiato. Da Conegliano ci si muove in macchina verso le delicate colline di Susegana e da qui si apre un paesaggio di soli vigneti a perdita d'occhio in direzione di Refrontolo e la prima schiera di alte colline a corde con impianti di filari di vite a girapoggio, ancor oggi lavorati unicamente a mano per l'impossibilità di introdurre, nelle elevate pendenze, qualsiasi forma di meccanizzazione.

Da Refrontolo si sale verso il borgo di Rolle, tutelato oggi dal Fondo per l'Ambiente Italiano e definito dal poeta Andrea Zanzotto la "cartolina degli dei". Il borgo, un tempo sede di un monastero benedettino oggi in parte ancora visibile, si trova lungo la ciclabile della Strada del Prosecco che porta ai suoi piedi anche qualche coraggioso ciclista, c stretto a fermarsi e ammirare il panorama sui vigneti.

Da Rolle si prosegue verso Collagù, caratterizzata dalla presenza di un Santuario, probabilmente nato sui ruderi di un altare romano, che domina dall'alto il paesaggio circostante. Anche qui troviamo poche case, ma un'infinità di alti filari di glera. A Collagù ci si arriva anche a piedi dalla località di Soligo attraverso sentieri ben segnalati e non sono pochi quelli che salgono di corsa: la località è infatti attraversata da un percorso di 12,6 km che si sviluppa attraverso i Comuni di Pieve di Soligo e Farra di Soligo con informazioni e consigli relativi sia all'attività sportiva che al territorio circostante. Ultima tappa imprescindibile è l'Osteria senz'Oste a Santo Stefano di Valdobbiadene dove ci si può ristorare e ammirare più in basso la zona di Cartizze, area collinare ristretta di soli 100 ettari completamente vitati e pentagono d'oro della produzione di Prosecco Superiore.

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