Da Ciussi a Warhol l’avventura della Plurima la galleria che aprì le porte alla nuova pittura

la recensione
Più di quattrocento mostre, oltre duecento artisti, decine di critici d’arte coinvolti nei progetti curatoriali e nei diversi allestimenti: la storia della Galleria Plurima è una storia di passione, impegno, professionalità, coerenza e rigore. A ripercorrerla la mostra appena inaugurata alla Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo, a cura di Lorenzo Michelli e Cristina Feresin per conto dell’Erpac, intitolata “Plurima galleria d’arte Udine/Milano 1973-2012”. Era il 1973 quando Valentino Turchetto decideva di aprire la sua sede espositiva in vicolo Pulesi a Udine, dove si era trasferito, dopo aver gestito una prima “Galleria Plurima” a Portogruaro, tra il 1968 e il ‘72.
Il nome era stato scelto pensando ai “Plurimi” di Emilio Vedova, ovvero a quella serie di opere che l’artista veneziano aveva iniziato a realizzare all’inizio degli anni sessanta, con una pittura che si staccava dalla parete e invadeva lo spazio, lo trasformava, reclamando la partecipazione attiva dello spettatore. Un nome che era dunque tutto un programma, volto ad esprimere l’amore per la pittura, l’attenzione alla contemporaneità, il desiderio di uno stretto coinvolgimento dell’artista con il pubblico.
Per Valentino Turchetto infatti la galleria è “lo spazio più giusto per difendere l’opera dell’artista: il medium naturale tra produzione e fruizione, luogo dove il pubblico viene informato in modo più diretto e continuo”, come ebbe a sostenere in un’intervista dell’83. La prima mostra udinese fu dedicata a Remo Bianco e ai suoi “Tableaux dorés”, così chiamati per la presenza delle foglie d’oro combinate in diversi modi e con diversi colori. Negli anni successivi la galleria ospiterà le opere di artisti protagonisti della scena artistica nazionale come Enrico Castellani, Giuseppe Santomaso, Fabrizio Plessi, Concetto Pozzati, Mario Ceroli, Mario Schifano, Bruno Di Bello, Carmengloria Morales e Pino Pinelli ma senza dimenticare autori del proprio territorio quali Getulio Alviani, i Basaldella, Bruno Chersicla, Mario Baldan, Pope, Aldo Colò, Livio Schiozzi, Carlo Patrone, Carlo Ciussi, Enrico Franzolini, Graziano Negri. Nel ’79 in una mostra di opere grafiche vengono esposti i grandi nomi della Pop Art inglese e americana come Allen Jones, Peter Phillips, Joe Tilson, Jim Dine, James Rosenquist e Andy Warhol, ma la linea della galleria che si definisce con sempre maggior chiarezza, nel corso degli anni, è quella che predilige l’astrazione, la “pittura-pittura”, la “nuova pittura” e la “pittura analitica”.
Dal 1984, nell’attività di gallerista, a Valentino si affianca la moglie Anna Simeoli Turchetto: insieme lavorano in perfetta sintonia, ritrovandosi sempre sulla stessa lunghezza d’onda; condividono la ricerca, visitano gli studi e le case degli artisti con cui entrambi intendono stabilire sempre un rapporto diretto, fatto di fiducia, stima reciproca e anche, nella maggior parte dei casi, di amicizia. Nel 1989 si inaugura in via Mercadante a Milano, la Galleria Turchetto/Plurima che rimarrà aperta fino al 1995. Nella sede milanese i Turchetto propongono i “loro” artisti, accanto ad alcuni nomi nuovi, sapendosi distinguere anche qui per la convinzione delle loro scelte, guardando al di là delle mode e senza sentire la necessità di compiacere il mercato. A Milano si rafforza pure il legame di amicizia con alcuni critici quali ad esempio Giovanni Maria Accame e Claudio Cerritelli, docenti dell’Accademia di Brera. Nel frattempo la galleria udinese aveva cambiato sede spostandosi nel 1992 in via Valvason, continuando a partecipare alle più importanti fiere d’arte contemporanea italiane (Bologna, Milano, Bari, Roma, Verona) e straniere (Colonia, Bruxelles), collaborando con molte altre gallerie e istituzioni legate al contemporaneo.
Negli ultimi anni alle collaborazioni ormai consolidate se ne aggiungono di nuove con artisti quali Marco Tirelli, Mirta Carroli, Serse, Alessandra Lazzaris, Giorgio Valvassori. Nel 2012 un mercato dell’arte che appare sempre più estraneo, “internet, qualunquismo, ignoranza, una cultura che non c’è” e una sostanziale indifferenza da parte delle istituzioni fanno dire basta ai coniugi Turchetto: la Plurima chiude.
Alla Galleria Spazzapan accanto alle opere di alcuni dei protagonisti della storia della galleria, “gli artisti di punta della Plurima” come li ha definiti Valentino Turchetto che insieme alla moglie Anna ha attentamente strutturato il percorso espositivo, vengono proposti alcuni materiali documentari come i manifesti originali legati alle mostre di Mirko Basaldella, Carlo Ciussi, Getulio Alviani, Lucio Fontana. Interessante è pure la selezione di fotografie di Maria Mulas e di Riccardo Toffoletti, quest’ultimo fotografo udinese che ha documentato con continuità l’intensa attività espositiva della galleria.
In occasione della mostra che rimarrà aperta fino al 29 novembre, è stata realizzata una pubblicazione (Antiga Edizioni) con testi di Giorgio Bonomi, Cristina Feresin, Lorenzo Michelli, e un contributo di Alessandro Del Puppo dedicato alle donazioni di opere d’arte e libri da parte di Anna Simeoli e Valentino Turchetto all’Università degli Studi di Udine e alla Biblioteca Statale Isontina di Gorizia. —
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