Crivelli e centododici “flash” per far luce nella letteratura inglese



“...Nessun candelabro sfavillante ci ha impedito di guardare nell'oscurità, e quando si guarda nell'oscurità, là c'è sempre qualcosa”, scriveva W.B. Yeats, citazione che Renzo S. Crivelli inserisce in una sua recensione del 1995 ai racconti del Premio Nobel irlandese “La Rosa Alchemica”. E 'guardare l'oscurità' sembra il motto che più si presta a riassume il percorso di critico-letterario di Renzo S. Crivelli, professore emerito di Letteratura inglese all'Università di Trieste, ora ripercorribile grazie alla pubblicazione di 112 suoi articoli, scritti tra il 1989 e il 2018 per il Domenicale del “Sole 24 Ore” nel volume: “Flash letterari. Narrativa e poesia di lingua inglese” (Carocci, pp. 252, euro 25). Il libro, che verrà presentato da Fulvio Senardi e Alessandro Mezzena Lona alla Libreria Minerva, venerdì alle 18, è una sorta di torcia che illumina alcuni titoli tra le milioni di novità letterarie che vivono nel buio fino a quando su di esse non viene gettato un fascio di luce: una recensione, una presentazione, una menzione in una trasmissione radiofonica o in tv.

In quella selva oscura di pagine, Renzo S. Crivelli ben si presta a interpretare il ruolo di Virgilio e si muove sicuro nel suo ambito specifico, ovvero le nuove traduzioni in italiano di autori di lingua inglese del passato e del presente, spaziando dall'Inghilterra del '500, all'Irlanda, alla Scozia fino alla letteratura statunitense contemporanea. A leggere questi “Flash letterari” appare evidente la condivisibile passione del recensore per gli autori vittoriani, come testimoniano gli articoli su Charles Dickens o John Galsworthy, quello della Saga dei Forsyte che negli anni '60 imperversò sugli schermi in bianco e nero della tv italiana e che a rileggere oggi è più coinvolgente delle migliori soap opera del momento. Tante le recensioni sempre accattivanti e centrate, sintetiche ed esaustive di autori vicini agli interessi accademici di Crivelli come Conrad, Virginia Woolf e Joyce, ma anche dei contemporanei William Trevor, John Banville, Colm Toibin, o Bernard Mac Laverty. Pagine bellissime sono dedicate al padre del romanzo, ovvero a Daniel Dafoe e ai suoi “Il Colonnello Jack”, “Robinson Crusoe” e “Moll Flanders”. Insomma, tanti illuminanti “Flash letterari”, ma anche una stimolante proposta di “biblioteca ideale” e compendio in miniatura della letteratura di lingua inglese. —

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