“Così vicino”: Lara Komar e il suo bel canto in scena ai Fabbri di Trieste
Da mercoledì in scena il monologo bilingue scritto per l’attrice triestina da Luca Quai

TRIESTE Prima assoluta, mercoledì 8 novembre, alle 20.30 al Teatro dei Fabbri, per il monologo “Così Vicino. Commedia in un Atto con 11 scene per Lara Komar e il suo bel canto”, scritto e diretto da Luca Quaia e prodotto da La Contrada e il Teatro Stabile Sloveno. Scritto per l’attrice Lara Komar in doppia lingua, sarà in cartellone nella rassegna AiFabbri2 sino a sabato 11 novembre, nella sua versione italiana. Indaga le paure di ciò che non conosciamo e non abbiamo intenzione di incontrare e conoscere.
Una giovane donna decide di traslocare, in una casa con tutti i confort. Al primo ingresso incontra il suo vicino, che è un extracomunitario. E terrorizzata da quell'incontro la protagonista trasforma lo stress della sua vita quotidiana in paura del diverso. Barricandosi in casa usa tutta la tecnologia che può per cercare di scoprire quante più cose possibili sul suo dirimpettaio. Ma ottiene soltanto di scontrarsi con le proprie paure e le proprie incapacità di avvicinarsi a ciò che non conosce. Finché qualcosa la porterà a riaprire quella porta verso chi vive accanto a lei. «Lara Komar - spiega il regista - in una scena spoglia usa degli scatoloni da trasloco per portarci in tanti posti diversi, ricordi, fantasie, paure, nostalgie, per capire un po’ meglio cosa ci spinge a chiuderci di fronte alla diversità».
“Così vicino/Tako bližji”, che debutterà nella versione in lingua slovena al Teatro Stabile Sloveno a Gorizia il 25 marzo, vede il ritorno al teatro dell'attrice triestina Lara Komar, impegnata da anni in televisione. Nella nota soap italiana “Il Paradiso delle Signore” è Gloria Moreau, personaggio amatissimo dal pubblico, e anche la sua interpretazione nella fiction slovena “Il fiume dell'amore” le ha portato grande notorietà. È stata anche la giurata al “Tale e Quale Show" sloveno e guest star a “Ballando con le Stelle”. «Sono felice di tornare a teatro – racconta Komar – e lavoro assieme alla piccola squadra di grandi sognatori, con anima corpo e cuore, sperando di poter condividere questo spazio con chi come me continua a credere nella magia del palcoscenico. Amerò rileggere e capire "Così vicino" anche attraverso gli occhi e le emozioni del pubblico e la sensibilità di ciascuno. Mette in luce un tema che tutti affrontiamo ogni giorno, quello dell’incontro con l’altro. In un mondo in cui filtri e schermi padroneggiano su tutto, bloccando il contatto diretto tra le persone, la domanda non è soltanto chi sia l’altro, ma anche chi siamo noi, riflettendo sulle nostre responsabilità, anche verso noi stessi».
Per Luca Quaia lo spettacolo è una via per affrontare una delle cose che più lo spaventano nella società, la violenza, soprattutto verso i migranti. «Ha mille forme e sfumature - sottolinea l'autore e regista – che troppo spesso passano inosservate o diventano abitudine e normalità. Io non sono mai dovuto scappare da un paese in guerra, dalla miseria, dalla fame, e non mi sento in grado di parlare di quelle storie. Quindi ho deciso di scriverne una che per una volta parlasse di noi, che ci crediamo così civili, educati e migliori di altri. Ma ascoltare è uno dei gesti più creativi da compiere e che ci costringe a vedere e immaginare un mondo che non è solamente il nostro».—
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